Di Redazione
Niente ribaltone anche se è mancato davvero poco. Sarebbe bastata un’inezia, un pizzico di freddezza in più per proseguire un cammino che invece si stoppa su un tie-break che lascia una miriade di amaro, apice di un confronto giocato con uno spirito battagliero ritrovato troppo tardi.
Rimpianti sparsi qua e là per la Caloni Agnelli, attacco che ingrana soltanto nel terzo e nel quarto periodo (57 e 52% contro due 40 e il 41% del quinto periodo), servizio ad intermittenza (19-12 gli errori) e correlazione tra muro e difesa che va a strappi. Non è bastata la voglia di prolungare il discorso a gara 4, i padroni di casa hanno scaricato sotto 0-2. Il ballo dei “se” e dei “ma” lascia il tempo che trova, la Monini stacca il pass per proseguire il sogno Superlega e lo fa in modo più che legittimo confermando d’avere qualcosa in più superando un’antagonista che si è confermata, ad ogni modo, grande tra le grandi. Per il secondo anno consecutivo.
Il tema che ha caratterizzato le prime due gare, chiuse entrambe da Spoleto senza concedere un set, è sintetizzato totalmente nella fase clou del primo parziale. Che come quasi sempre vede l’Olimpia soltanto sulle code dell’avversario. Stavolta, dopo aver impattato a 11, i rossoblu si scuotono con un doppio ace di Hoogendoorn e mettono la freccia con un muro di Jovanovic su Bertoli. La reazione della Monini però è tremenda: da 21-22 gli ospiti assestano un 4-0 con servizio vincente finale di Van Berkel che resta tra le mani di Pierotti. Il colpo è durissimo e si fa sentire immediatamente al rientro in campo quando i ragazzi di Graziosi vanno sotto 2-10 in balìa di Raic e Mariano. Dolfo fa correre un brivido, i compagni però si riprendono, seppur parzialmente, e dimezzano il gap (6-10). Come in precedenza però appena gli umbri sentono il fiato sul collo, aumentano i giri e accelerano fino al 12-18 con un muro su Hoogendoorn. Eppure la Caloni Agnelli risale la corrente e torna in corsa con una serie dai nove metri di Pierotti, che riporta tutto in parità a 23 con un ace. Nel testa a testa però, come mercoledì al PalaRota e come in tutte le fasi calde di questa serie, sono gli uomini di Monti a trovare lo scatto: è Raic che mette giù il pallone del 24-26. Quando, pur in affanno, si riesce a mettere il naso avanti (15-14 nel terzo periodo), fa capolino la miscela tra il pizzico di sfortuna e qualche allergia di troppo al servizio. Il cinismo, tutto di Spoleto, resta in panchina a fianco di Graziosi: un paio di contrattacchi per mettere un break non vengono sfruttati a dovere, fino al 19-17 quando Dolfo concretizza alla seconda chance. Il thrilling però deve ancora venire visto che il 22-19 viene annullato da un sorpasso ospite (22-23 con palla che resta in mano a Jovanovic). L’Olimpia però non è recidiva e, nel secondo duello ai vantaggi, si aggrappa ad un doppio muro di Cargioli per restare viva. Tutto riaperto, anzi tutto ribaltato con l’inerzia che si sposta nel campo orobico fin dai due ace di Hoogendoorn e Dolfo (6-3 e 8-4). Un segnale positivo che libera finalmente la tanto invocata cattiveria con il massimo vantaggio a + 6 (16-10) puntellato a + 8 a stretto giro di posta (18-11 Dolfo). Finalmente tranquillità? Negativo. Sotto 23-16 la Monini piazza un 4-0, Cargioli ferma l’emorragia ma il set si chiude solo all’ultima palla utile con Dolfo che elude il muro a tre avversario. Il tie-break vive, ahinoi, sul passaggio dall’8-8 all’8-12 visto che Bergamo spegne la luce: l’ace di Van Berkel in mezzo agli errori di Pierotti, Hoogendoorn e Dolfo. Spoleto festeggia e raggiunge in finale Siena che, sempre in tre partite, ha avuto la meglio su Gioia del Colle.
Bergamo – Spoleto 2-3 (22-25, 24-26, 26-24, 25-23, 11-15)
Caloni Agnelli: Jovanovic 3, Pierotti 10, Cargioli 13, Hoogendoorn 19, Dolfo 24, Valsecchi 11, Franzoni (L), Longo 0, Innocenti (L), Carminati 1. N.E. Cioffi. All. Graziosi.
Monini: Corvetta 1, Bertoli 14, Zamagni 11, Raic 19, Mariano 15, Van Berkel 13, Costanzi 1, Di Renzo (L), Segoni 3, Cubito 0, Galliani 5. N.E. Agostini, Katalan. All. Monti.