Di Redazione
Appese scarpe e ginocchiere al chiodo, Alessandro “Fox” Fei è pronto a cimentarsi in un nuovo ruolo, quello del Team Manager della Gas Sales Piacenza. Intervistato dal “Corriere Adriatico Ancona”, l’ormai ex giocatore ha parlato del passato, del presente e del futuro.
Prova di memoria. Il primo punto in A1? «Oddio, il primo punto proprio non me lo ricordo, e onestamente nemmeno l’ultimo. Ma mi è rimasto bene impresso quello che ho realizzato contro Monza, che mi ha fatto diventare il miglior marcatore della SuperLega il boato del pubblico quando il pallone è finito a terra, gli applausi, la maglia celebrativa che mi ha consegnato Zlatanov, a cui avevo tolto il record…».
Disegniamo il sestetto dei sogni… «Palleggia De Cecco, libero Grebennikov. In posto 4 Juantorena e in coppia con lui non posso non menzionare Wilfredo Leon. Come opposto, premesso che d’istinto sceglierei Sokolov, metto Grozer perché mi ha sempre impressionato anche se lo vedremo solo da quest’anno in SuperLega. Al centro, secondo me il più forte attualmente è Simon, e in diagonale direi Muserskiy, che effettivamente in Giappone negli ultimi anni gioca da opposto, ma con la nazionale russa in posto 3 ha sempre fatto sfracelli».
Ma il più forte con cui ha giocato? «Mi ritengo un privilegiato, credimi, perché ho avuto tanti campioni come compagni di squadra, che peraltro hanno rivestito un ruolo importante nel mio percorso di crescita. Jiri Kovar però era impressionante: lo tenevo d’occhio quando era ragazzino, faceva cose stupende con una naturalezza incredibile. Peccato che diversi problemi fisici lo abbiano rallentato: ora lo vedo bene, e la Lube fa bene a tenerselo stretto».
Ginocchiere al chiodo, ora giacca e cravatta. Sensazioni? «È un’estensione di quello che facevo quando ero il capitano della squadra, un ruolo che imponeva di interfacciarmi con la dirigenza, però da giocatore. Chiaramente, in qualità di team manager, ci saranno molti altri compiti da sbrigare, per cui ho già cominciato a studiare. Mi permetterà di restare a contatto con il mio mondo, quello della pallavolo. E di farlo accettando una nuova sfida con al fianco persone a cui sono legato. Difficile chiedere di meglio».