Sembrerà esagerato e forse saremo smentiti, ma una cosa del genere, nella storia della pallavolo, francamente non la ricordiamo. Dopo la prestazione in Gara 5 della Finale Scudetto Alexa Gray non può essere definita soltanto un’underdog: è la madre di tutte le underdog, se l’espressione è concessa. In procinto di scucirsi lo scudetto dalla maglia, la Prosecco DOC Imoco Conegliano tira fuori dal cilindro un asso che nemmeno il più spericolato dei maghi avrebbe potuto prevedere: in tutto il campionato, la schiacciatrice canadese aveva giocato appena 46 set, mettendo a segno 155 punti. In finale ne ha siglati 25 in due set e mezzo, passando da grande delusione della stagione ad arma chiave per lo scudetto.
Di fronte a tutto questo, e all’ovvio premio di MVP consegnatole a fine gara, è ai limiti dell’imperturbabile: “Ho cercato solo di restare concentrata – dice a fine gara – per il momento in cui sarebbe servito. Le ragazze hanno avuto una stagione fantastica, sono davvero orgogliosa della mia squadra“. Sì, ma cosa è passato nella mente di Gray quando Daniele Santarelli le ha chiesto di entrare? “Ovviamente ero un po’ nervosa, ma mi ero preparata per tutta la settimana e sapevo che sarei potuta entrare in caso di bisogno. così dopo pochi punti ho cominciato a sentirmi davvero in fiducia, e la mia squadra mi ha aiutato passo dopo passo. Entrare in campo in una partita così indubbiamente è difficile, ma sono felice di aver fatto il mio lavoro“.
di Eugenio Peralta