Di Stefano Benzi
La Lube Civitanova ha battuto lo SKRA Belchatow per 3-0 (25-23, 25-23, 25-23) e conquista la finale del Mondiale per Club attualmente in corso in Polonia. Affronterà domani sera, dopo le 20.30 sempre alla Tauron Arena di Cracovia, lo Zenit Kazan che ha battuto 3-0 (leggi qui il resoconto) i campioni uscenti, i brasiliani del Sada Cruzeiro.
Che dire… in certe occasioni bisogna veramente dimostrare di avere gli attributi, anche se vedendo la partita verrebbe naturale usare termini un po’ più coloriti. E se da domani per definire “una partita con gli attributi” bisogna abbinare un evento, questo probabilmente sarebbe il match conquistato dalla Lube Civitanova contro lo SKRA Belchatow nella semifinale del Mondiale per Club di volley 2017. In un’arena che gli italiani ricordano anche troppo bene, e solo per eventi negativi, che sa trasformarsi in un girone dantesco, la Lube nel momento decisivo ha la mano ferma e la respirazione azzerata del killer instinct e conquista una finale solo che meritata nella quale – contro lo Zenit Kazan – occorrerà un’altra impresa straordinaria.
C’è un termine che gli americani utilizzano per descrivere gare come questa ed è ‘float’: si galleggia in uno stato di equilibrio quasi assoluto e di grande incertezza fino a quando non arriva il momento di spegnere la fase di galleggiamento. Il “killing moment” ha sempre visto la Lube mantenere l’attenzione ben vigile dando la sensazione di essere in pieno controllo: nonostante un chiasso infernale, una squadra avversaria decisamente forte e la pressione di dover chiudere alla prima, senza fare sconti. In questo i cucinieri sono stati straordinari: hanno sbollentato gli avversari a fuoco lento e quando è stato il momento di momento di apparecchiare la cena era già servita. Nel primo set arriva un minibreak di tre punti consecutivi dal 22-23 firmati da un muro di Christenson, e un doppio ace (floating pure questo nel primo servizio) di Cester. La bolgia si zittisce per un attimo.
Nel secondo set la Lube deve amministrare un tesoretto di due palle set: la prima viene concessa a Wlazly, la seconda vede una difesa stratosferica di Cester che si trasforma in un attacco micidiale di Sokolov. E la bolgia ricade sulle comode poltroncine della Tauron Arena. Nel terzo set, con il pubblico di casa letteralmente aggrappato alla rete, non c’è molto spazio per ragionare, si deve chiudere e subito: lo SKRA concede un errore al servizio e un unico match ball che Kovar, forse uno dei meno brillanti fino a quel momento, spara a terra. La bolgia si alza in piedi e applaude a lungo, molto a lungo, i propri giocatori sfiniti e demoralizzati per poi salutare la Lube e riconoscere all’avversario l’onore di chi ha giocato meglio superando una difficoltà ambientale davvero significativa. Non è da tutti.
La Lube porta a casa l’applauso della Tauron Arena ma soprattutto la sensazione di avere compiuto una grande impresa che ne chiama, immediatamente, una nuova. Stavolta il pubblico non potrà incidere più di tanto e sarà anzi curioso capire se si chiererà dalla parte dei russi, che li hanno razzolati nel girone, o degli italiani. In ogni caso, visto che l’appetito vien mangiando…. Apparecchiate.