Andrea Anastasi e la finale di Champions: “Kazan è una squadra che ha perso smalto”

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Di Redazione

Andrea Anastasi, che ha quasi eliminato lo Zenit Kazan dalla Champions League con il suo Danzica, è pronto per “gustarsi” la Super Final di Berlino. Domani, sabato 18 maggio alle ore 19.00, infatti, scenderanno in campo i campioni in carica dello Zenit Kazan e i freschi vincitori del tricolore, Cucine Lube Civitanova. Il coach italiano, intervistato da “TuttoSport“, racconta come i russi, non sono più la squadra imbattibile che erano fino a poco tempo fa.

Che Kazan affronterà domani Civitanova? «È una squadra che ha perso smalto. Certo, è una formazione che resta sempre competitiva perché ha a disposizione grandi giocatori. Tuttavia in quelle due partite mi ha dato l’impressione di una compagine a fine corsa. Lo stesso Anderson mi è sembrato aver qualcosa in meno da mettere in campo rispetto alle stagioni passate. Tre anni fa li avevamo già incontrati ed erano state due partite senza storia, due secchi 3-0 in cui loro espressero una completa superiorità. Oggi non è più così».

Secondo Zorzi Perugia non è riuscita ad eliminarli perché ha pagato la voglia di Kazan di dimostrare che non era solo Leon. È andata così? «È un’interpretazione che coglie nel segno. Kazan contro Perugia, e Leon, ci ha messo una carica emotiva che in altre occasioni non è riuscita a portare in campo. Oggi i russi lasciano molti più spazi, sono più deboli in ricezione e in battuta non sono così stabili. Earvin Ngapeth è un ottimo giocatore ma Leon al servizio dava di più. Il francese non è altrettanto continuo».

Civitanova, invece, arriva all’appuntamento sull’onda della conquista dello scudetto. «La Lube oggi è una squadra più in palla. Lo era già prima di gara cinque di finale scudetto. Dopo l’impresa di cui sono stati capaci a Perugia c’è, sicuramente, nel gruppo una maggiore consapevolezza delle sue potenzialità. Dal terzo set i marchigiani hanno ribaltato la partita in una maniera che ci ha sorpresi tutti per la capacità di fare tutto nel migliore dei modi. Perugia è uscita dal match dopo il terzo set. È stata una finale strana, tutti match a senso unico. Se vogliamo anche gara cinque ha ricalcato questo copione. Prima due set per Perugia, poi tre set nel segno di Civitanova, ma in casa dell’avversario che prima li aveva sempre limitati. Trionfare così ti esalta».

Rispetto ad un anno fa in panchina c’è Ferdinando De Giorgi. È una delle spiegazioni di quanto è avvenuto? «In realtà Civitanova ci era già andata molto vicina un anno fa a vincere la Champions. Però è vero che De Giorgi ha fatto un gran lavoro in questi mesi e si vede la sua mano. Ha dato al gruppo quella tranquillità, quell’equilibrio, quella serenità anche nelle situazioni difficili che servono per raggiungere un successo».

Se fosse De Giorgi che scelte farebbe per fermare Kazan? «Oggi i giocatori di Civitanova hanno tutto per imbrigliare i grandi attaccanti russi. Ferdinando non ha certo bisogno dei miei consigli ma credo che lavorerà per tenere basse le statistiche dei giocatori russi. La chiave di questo match, come di ogni altro oggi, sta nell’organizzazione del muro-difesa oltre che nel servizio. Civitanova è pronta».

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