Di Roberto Zucca
Quando un atleta trova nella maturità professionale la facoltà di potersi esprimere in totale libertà, levandosi di dosso quelle pressioni e quelle responsabilità che lo rendevano vulnerabile, è quasi certo che il risultato sia un successo. Credo sia avvenuto così nella vita pallavolistica di Andrea Galliani, che, dopo gli anni della Superlega, da ormai quattro stagioni supera sé stesso campionato dopo campionato con la Consoli McDonald’s Brescia:
“Credo che Brescia abbia risposto al mio bisogno di ricercare delle certezze. Se poi il mio gioco ne ha giovato, ne sono felice. Gli scorsi anni ho condiviso il campo con una banda come Cisolla, che mi ha insegnato come da non più giovanissimi si possa stare al gioco con decisione, spirito di sacrificio e impegno. Quest’anno i più anziani siamo rimasti io e Tiberti. C’è un grande entusiasmo in squadra e questo porta indubbiamente il gruppo a fare bene“.
Con Galliani che ricopre l’inedita veste di opposto.
“Purtroppo Bisi si è infortunato, così nella partita contro Cuneo mi è stato chiesto di giocare nella veste di opposto. Sicuramente speriamo il prima possibile di rientrare nel nostro assetto base con Bisi nel suo ruolo, ma l’esperienza, almeno a livello di punti fatti è andata bene. Certo, attaccare 40 o 50 palloni a partita è un altro mestiere, rispetto alla banda!“.
Dopo le prime giornate è già uno dei top scorer della serie.
“Credo sia merito del gioco con Tiberti e in generale del gioco di tutta la squadra. Giriamo bene, lavoriamo molto bene durante la settimana e la domenica portiamo in campo tutto ciò che abbiamo fatto in allenamento. Quest’anno poi, ripeto, durante la settimana lavoriamo con molta efficacia e soprattutto c’è una bella carica che riusciamo tutti quanti a darci in palestra. È una squadra se vogliamo usare un aggettivo esplosiva, nel senso che è carica di energia e questo si vede anche durante le partite ufficiali“.
Trentaquattro anni e se mi lascia esprimere un giudizio, le sue stagioni migliori le sta giocando ora.
“Mi fa piacere invecchiare bene (ride, n.d.r.)! Sicuramente ho avuto degli ottimi esempi in squadra. Credo di aver lavorato negli ultimi anni con maggiore consapevolezza dei miei mezzi, ma anche senza la paura di dover ancora dimostrare di meritare ciò che le circostanze mi attribuivano. Sono molto più sicuro di me stesso in campo e credo che si veda domenica dopo domenica. È una questione di maturità e di esperienza“.
Un percorso simile a quello di Thomas Beretta, l’amico di sempre e soprattutto il compagno di viaggio ideale.
“Con Thomas ci vediamo durante anno per progettare i nostri viaggi estivi. Siamo già al lavoro su quello della prossima estate“.
Quest’anno è stata la volta di Cuba. C’è qualcosa del viaggio che poi porta nel suo mestiere?
“Sicuramente è un momento di stacco che fa molto bene, perché arriva dopo stagioni molto impegnative. È un’esperienza che condivido con gli amici di sempre, come è successo a Cuba, o anche un momento che mi ritaglio per ricaricarmi. Penso al mio viaggio in India di qualche anno fa“.
Le è capitato di pensare alla vita oltre il volley?
“Sto terminando gli studi di osteopatia, un progetto a cui mi sono dedicato con passione e che mi ha dato la possibilità di collaborare già con le giovanili del Vero Volley. Mi piacerebbe molto coltivare la professione nei prossimi anni, certo ora la pallavolo ha la priorità. Se posso, ringrazio anche Brescia, che mi permette di dedicare il tempo allo studio e alla frequenza delle lezioni in settimana. Senza questa opportunità, sarei andato più a rilento“.
La storia con Brescia sarà la più lunga della sua carriera?
“Il prossimo anno, se mi vorranno ancora, sarà la quinta stagione, e allora sì che diventerà la mia storia più longeva. È un bel posto in cui crescere e maturare pallavolisticamente. Sono felice qui“.