Di Redazione
La Superlega torna in campo al completo dopo il Mondiale per Club. La Revivre Milano è attesa dal “proibitivo” impegno contro la Cucine Lube Civitanova, seconda proprio alla rassegna iridata. Un divario tra le due formazioni che sulla carta sembra insormontabile anche in un momento in cui la squadra cuciniera sembra in crisi, anche se il tecnico dei meneghini, Andrea Giani ha dichiarato a “Il Resto del Carlino Macerata”, che i ragazzi di Medei
Un avversario che in classifica si trova al 5° posto a quota 15 punti (-6 dalla Lube, entrambe con una gara in meno), è molto giovane e talentuoso, ma finora ha avuto un rendimento altalenante complici infortuni e una chimica tutta da raggiungere in virtù della rivoluzione estiva. Per conoscere meglio la compagine meneghina, abbiamo intervistato il tecnico Andrea Giani. Da giocatore stella della nazionale, di Parma e Modena, nonché atleta universale come pochi.
Domenica puntate ad azzannare una Lube giù di morale o temete la reazione d’orgoglio del leone ferito? «Quando la differenza tecnica è così alta dobbiamo guardare a noi stessi. Peraltro Civitanova non è affatto in crisi, non dimentichiamoci che è arrivata seconda al Mondiale, mica ultima e veniva da 10 vittorie di fila».
Sono otto su otto invece i precedenti avversi contro la Lube. «Ci sta, sono più forti ma accetto la sconfitta solo se mettiamo sacrificio e gli altri giocano meglio».
Che idea ha della finale con Trento, come Zorzi ritiene che la Lube abbia pagato la maggior pressione e il peso delle 5 finali perse? «Non più di tanto. Anzitutto ogni finale è a sé e, anche se ne hai perse tre di fila, puoi sempre vincere la quarta volta. Inoltre chi l’ha detto che vince sempre la più forte?».
Si continua con Medei anche se nessuno si è esposto per rinnovargli pubblicamente la fiducia: fosse successo a lei le avrebbe dato fastidio? «Purtroppo noi allenatori siamo sempre sulla graticola e io ci sono passato a Verona. Certo che la frase a caldo di Giulianelli è stata dura».
Chiuderete il girone d’andata affrontando Civitanova, Perugia e Trento in tre delle ultime quattro gare: un finale pazzesco. «Molto molto ostico, però vogliamo essere ambiziosi ed entrare tra le migliori 8 per disputare la Coppa Italia».
Quanto vi manca per arrivare al livello delle quattro big? «Ci stiamo provando, ma naturalmente ci sono differenze di investimenti e sottolineo che non sono le più forti d’Italia, ma tra le top al mondo».
Perché Milano ha un rendimento così tanto discontinuo? «Ho una rosa di giocatori di talento ma non ancora fatti e finiti ad altissimi livelli, soprattutto abbiamo cambiato 10 elementi rispetto ad un anno fa, quindi solo ora stiamo trovando la nostra identità. E poi gli infortuni a Piano, Sbertoli e Clevenot non hanno certo aiutato».