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Andrea Miselli e il segreto di Mantova: “Giochiamo senza pressioni”

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La soddisfazione per una stagione così è totale. Soprattutto per una squadra che gioca benissimo e nella parola “gruppo” trova la sua massima espressione. È la storia e soprattutto il presente della Gabbiano Mantova ed è l’anno di Andrea Miselli, centrale della squadra che praticamente domina la classifica del Girone Bianco della serie A3 da tutto il girone d’andata:

Sono felice per una serie di ragioni. Non si aspettava nessuno una resa così soddisfacente della squadra. Credo sia stato proprio questa la ragione di questa affermazione: abbiamo giocato senza pressioni, con la voglia di vincere certe scommesse e il desiderio di alcuni di noi di poter dire la propria in questo campionato. Si è creato un forte affiatamento e tutti questi fattori, incastrandosi con altre cose, hanno fatto sì che la macchina iniziasse a funzionare bene dalla prima giornata”.

Mantova è la squadra da battere.

All’inizio dell’anno la società ci ha chiesto una salvezza tranquilla. Vedersi al primo posto della classifica fa sicuramente un certo effetto. Ma è anche merito del lavoro di un gruppo con cui lavoro da tre anni. Simone Serafini ha fatto un ottimo lavoro con tutti noi sia sul piano professionale che sul piano umano e la società ha creato una squadra che non è fatta solo dai titolari ma da tutti gli elementi che vengono chiamati sempre a dare il proprio contributo“.

Stupisce il gioco creato da Parolari o da Martinelli, ad esempio?

Non sono stupito dalle loro prestazioni, perché ho avuto modo di conoscerli dal primo giorno e di apprezzarne le loro qualità. Ma sono certamente ragazzi di grande potenziale che lo scorso anno giocavano in Serie B, Luca a Scanzorosciate e Raul a Trento. Luca era stato notato già nella precedente stagione, da avversario, e sono felice che ora sia qui a giocarsela. Raul è giovanissimo e ha alle spalle una storia creata a Trento in un grande settore giovanile. Sarei felice di vederli avanzare di categoria negli anni“.

Miselli invece, dopo la gavetta a Reggio e Santa Croce, è ripartito da una B tranquilla.

Avevo bisogno di ritrovare delle certezze, e soprattutto di lavorare in un ambiente che riponesse in me una fiducia totale. Mantova da tre anni è la mia seconda casa, e con loro ho costruito un pezzo della mia storia pallavolistica recente. Ho trovato un ambiente in cui è venuto da sé il fatto di poter lavorare su progetti a breve e lungo termine, come quello di tornare in A3 e, adesso, di disputare i Play Off nonostante che siamo una delle neopromosse“.

Mantova, qualche anno fa, era un’ottima squadra in A2. Ci si pone quello come obiettivo?

Non viviamo con l’ossessione di scalare le categorie e la società è soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo. Diciamo che entrare nella griglia dei Play Off ci piacerebbe molto, e sarebbe già un bel traguardo. Al resto non riesco a pensarci, anche se pensare in grande è bellissimo (ride, n.d.r.)! Sarà bello scoprire dove potremo arrivare, mettiamola così“.

Massoterapista a Reggio Emilia, con Modena nel cuore. Non le manca l’Emilia del volley?

A Modena resterò sempre legato perché le giovanili sono un bellissimo ricordo. È lì che ad esempio ho conosciuto Scaltriti, con il quale condivido il campo a Mantova. Per il resto lavoro molto bene a Reggio e ho deciso di costruire la mia vita lì. Per ora lo spostamento quotidiano per andare in palestra non mi pesa assolutamente. Le soddisfazioni professionali e il sentirmi parte del progetto della Gabbiano Mantova bilanciano perfettamente il sacrificio fatto“.

Molti non sanno che c’è un altro Miselli, ossia suo fratello Matteo, con cui vi combattete questo campionato.

Lui gioca al Cus Cagliari e ha un passato in America, dove giocava nel campionato dei college. Ci siamo sfidati ed è stato un confronto interessantissimo. Sono contento che mio fratello sia rientrato a giocare qui ed è bello ritrovarlo come avversario nello stesso campionato“.

Differenze principali tra voi?

Lui è decisamente più esuberante nel gioco. Io spesso cerco di consigliarlo ed essere obiettivo, facendogli qualche critica costruttiva visto che è giovane e a volte gioca preso dalla foga e dalla competizione, competizione che contraddistingue entrambi da sempre“.

Ha mai pensato di poter giocare, un giorno, in squadra con Matteo?

Be’, sì, e sarebbe molto bello“.

di Roberto Zucca

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