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Andrea Truocchio: “La scuola di Modena mi ha insegnato disciplina e stakanovismo”

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Di Roberto Zucca

Dietro al successo della Kemas Lamipel Santa Croce c’è un lavoro di squadra importante. Ci sono l’affiatamento giusto e l’unione che tengono insieme Andrea Truocchio e i suoi compagni anche fuori dal rettangolo di gioco. Ma c’è anche lo stesso Andrea, centrato, ambizioso, giovane ma esperto. Tanto da cucirsi addosso un campionato, quello di Serie A2, che veste perfettamente:

Santa Croce è una squadra unita, è vero. È una squadra che lavora assieme, fatta di giovani coraggiosi, che giocano una pallavolo spesso anche con l’incoscienza giusta che ti fa rischiare delle cose. Molto autentica, direi, forse perché la giovane età ti permette anche di affrontare determinati momenti per la prima volta e quindi senza troppi retropensieri“.

Lei cosa ha portato dentro questa pallavolo? La sua scuola è quella di Modena.

Ha detto bene, è una scuola. Gli anni di Modena mi hanno insegnato la disciplina, e soprattutto lo stakanovismo. Si lavora sempre a 100 all’ora, si spinge sempre, anche in sala pesi. Ho cercato di portare qui la voglia di dare sempre e comunque il massimo, di non fermarsi di fronte a nessuno e di non arrendersi“.

Foto Patrizia Tettamanti/Libertas Brianza

I risultati la premiano. Siete una delle prime forze del campionato.

Siamo soddisfatti anche se abbiamo il rammarico dell’uscita ai quarti di Coppa Italia contro Cantù. Siamo riusciti, proprio con loro, a riscattarci la settimana successiva in campionato, ma ci sarebbe certamente piaciuto andare avanti nella competizione. Ora puntiamo a mantenere la zona alta della classifica in chiave play off. In quel caso il fattore campo conta molto“.

A Santa Croce quanto conta?

“(ride, n.d.r.) Molto! Il nostro è un palazzetto in cui ci si sente a casa e il fattore campo può risultare determinante. Ci sono squadre, penso ad esempio a Grottazzolina, che nelle gare in casa hanno macinato tantissimi punti. Sono e saranno avversarie sempre durissime nei loro palazzetti“.

Il suo obiettivo personale? La Superlega?

Certamente mi piacerebbe rientrarci. Ricordo la bellezza di certi incontri quando ero aggregato alla prima squadra di Modena. Ho poi fatto la scelta di voler giocare e ho scelto di approdare in A2, ma sto lavorando affinché nei prossimi anni io possa tornare a respirare quell’atmosfera“.

foto Kemas Lamipel Santa Croce

I suoi ex compagni Rinaldi e Sanguinetti stanno cavandosela piuttosto bene.

Sono contento per Tommaso e Giovanni. Dalla terza alla quinta superiore ho condiviso con loro l’esperienza giovanile, e pur avendo preso strade diverse, mi complimento per i loro traguardi raggiunti“.

Ha giocato con tanti giovani che ora sono protagonisti in Superlega o in A2. Chi le fa più piacere vedere e dove?

A Siena ho stretto amicizia con Panciocco, che ora sta facendo molto bene a Lagonegro. E anche Yuri Romanò, che ho avuto modo di conoscere sempre nell’anno senese“.

Alla Toscana lei è legatissimo. Cosa ha ritrovato qui?

La famiglia, che mi ha innanzitutto permesso di fare la scelta, da giovanissimo, di inseguire il sogno di una carriera nel mondo della pallavolo. Partire a quindici anni non è una cosa permessa a tutti, ma loro mi sono sempre stati accanto, sia nelle scelte, sia venendo sempre a seguire il mio percorso. Ora, il pensiero di poter anche solo cenare con loro dopo gli allenamenti, o condividere qualche pensiero serale, è una cosa che mi fa stare bene“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Leggo dal suo Instagram che, oltre a Modena, nel suo cuore ci sono Montecatini e anche San Vincenzo.

Montecatini, o meglio, un paesino vicino Montecatini, Borgo a Buggiano, è casa. Poi c’è Pieve a Nievole, nel quale ho cominciato pallavolisticamente a muovere i primi passi. San Vincenzo è l’estate, il mare, il mio ritiro finita la stagione. È un luogo che mi rimette in pace col mondo, nel quale ho conosciuto anche Davide Giovannetti, il nostro palleggiatore. Ho iniziato ad andarci una volta che l’estate con i ritiri ad Acqua Acetosa con la nazionale giovanile, si sono conclusi“.

Con questa conclusione ha fatto pace?

Totalmente. Quando e se avrò maturato le competenze giuste e l’esperienza per giocare ancora con la maglia azzurra, sono certo che la chiamata arriverà. Mi tengo impegnato nel frattempo. Gioco in una bellissima squadra, studio Scienze Motorie. Sono una persona che guarda il bello di ciò che ha e non pensa a ciò che invece manca“.

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