Di Redazione
Volleyrò Casal de’ Pazzi rappresenta una splendida realtà all’interno del panorama pallavolistico italiano. La società romana si è infatti laureata Campione d’Italia, nella categoria Under 18 Femminile, per la quarta volta consecutiva. Le romane, guidate da Sandor Kantor, hanno sconfitto la Bruel Volley Bassano nel tempio del volley, il PalaPanini.
Un successo che consacra di diritto Volleyrò tra le migliori eccellenze in Italia, grazie ad un fondamentale percorso di crescita proposto alle proprie atlete. Per questa ragione abbiamo voluto intervistare Armando Monini, Socio Sostenitore del Volleyrò Casal de’ Pazzi, per scoprire la filosofia della squadra Campione d’Italia.
Quarto titolo consecutivo con l’under 18: un record, risultato di una grandissima cavalcata. Che sensazioni si prova?
“Una sensazione bellissima, con la consapevolezza di essere entrati in un “olimpo” dei record: da quando è in vigore la nuova formula dei campionati Nazionali, siamo quelli che hanno vinto più di tutti. Credo sia veramente difficile commentare quattro titoli consecutivi, una impresa unica da ripetere”.
Quanto lavoro e quanta programmazione c’è dietro al vostro successo?
“Una squadra il campionato lo vince sul campo il giorno della finale a giugno, ma il vero lavoro inizia il 20 agosto. Questo titolo è il risultato di un percorso nato nel 2009, quando abbiamo rilevato una società con pochi tesserati. È il frutto del lavoro di tante persone, in particolare modo del direttore sportivo, Laura Bruschini, che ha trasmesso il giusto spirito sportivo a gruppi di eccellenza. Le nostre atlete respirano i giusti valori, che si traducono poi in un processo di crescita che permette di arrivare a giocare le finali contro le migliori atlete d’Italia”.
Cosa significa per lei e per il vostro movimento vedere le vostre ragazze raggiungere la massima serie?
“Noi vogliamo il meglio per le nostre ragazze, per questa ragione il nostro compito è quello di formare atlete che un domani giocheranno ad alti livelli, e magari, in nazionale. La soddisfazione di vedere calcare determinati palcoscenici è grande, perché sappiamo di avere trasmesso il nostro intento: lavorare per l’eccellenza, non per la vittoria, che naturalmente è sempre gratificante”.
Quanto è importante la presenze di scuole giovanili di volley come la vostra per il movimento nazionale della pallavolo?
“Questo è un aspetto fondamentale della nostra filosofia, che tuttavia senza la collaborazione con società che permettano di continuare il nostro percorso non avrebbe senso. Nel nostro caso realtà come la Savino Del Bene e il Club Italia sono molto importanti. Reputo sia necessario per questo sport concentrarsi sulla nascita di scuole come la nostra: a tale scopo stiamo lavorando molto anche al Sud e nelle Isole. Stiamo cercando di creare delle collaborazioni che non prevedano l’arrivo di una singola giocatrice, ma progetti che coinvolgano più gruppi di atlete. Altrimenti si rischia di lavorare in maniera efficace solo al Nord, dove il movimento volley è già efficiente”.
Come mai a Roma non c’è la serie A?
“La risposta risiede nell’impossibilità di averla fatta noi la scorsa stagione, dopo una promozione esaltante che ci ha visti protagonisti grazie ad una serie play off senza sconfitte. Abbiamo fatto numerose telefonate, abbiamo chiesto anche alle istituzioni, ma non esistevano i presupposti neanche con un progetto giovanile, che avrebbe avuto costi più agevoli. Eppure nessun imprenditore o Istituzione si è interessato, a causa di un momento difficile che in generale riguarda il nostro paese. Ovviamente noi da soli non avremmo potuto mai farcela. Purtroppo spesso impegnarsi a disputare la serie A diventa la “morte” del giovanile. Formare una ragazza di 13 anni e vederla giocare poi in serie A ha più senso”.
Dove si trovano gli stimoli per fare sempre meglio nonostante si continui a vincere?
“L’abilità è quello di volere migliorarsi costantemente. Quando un allenatore come Sandor Kantor si emoziona per il “profumo” di volley che si respira al PalaPanini, non si può che aspirare alla crescita ogni anno sempre di più. Vogliamo essere inoltre importanti anche per la scuola degli allenatori”.
Quali sono i progetti per il futuro?
“Sicuramente consolidare i rapporti con una bellissima realtà come la Savino Del Bene, perché nel panorama del volley femminile loro possono fare molto bene. Grazie a questa collaborazione molte nostre giocatrici potranno approdare al massimo campionato nazionale. Ma il nostro progetto è naturalmente esteso a tutte le realtà italiane, non vogliamo essere etichettati come antagonisti, in quanto cerchiamo solo il meglio per le nostre atlete. Non deve esistere nulla di conflittuale, serve che tutte le migliori scuole del nostro paese collaborino affinchè un giorno in Nazionale possa essere riconosciuto il lavoro svolto. Un lavoro che richiede fatica e per questo deve essere approcciato con la massima competenza di tutti. Non devono esserci preclusioni per nessuno, si deve lavorare a stretto contatto insieme. Nella nostra società è stato fondamentale il lavoro di Laura Bruschini. Ci tengo a dirlo perché troppo spesso nel mondo dello sport le donne vengono limitate. Lei è l’esempio che questa distinzione non deve essere fatta”.