Il suo debutto in Giappone è stato a dir poco fulminante: alla sua prima stagione nel paese del Sol Levante, Valerio Baldovin ha subito conquistato quello scudetto che i Wolfdogs Nagoya inseguivano da anni senza successo. Un’impresa ancora più rilevante se si pensa che, per il tecnico bellunese, si tratta della prima esperienza in assoluto all’estero, in un contesto lontano anni luce dall’Italia, e non solo a livello geografico. “È stata una grande soddisfazione – racconta Baldovin a Massimo Salmaso, su Il Gazzettino Padova – più che altro perché siamo stati la squadra più costante in tutto il campionato, e per la crescita lenta ma continua che questo gruppo ha avuto“.
L’esperienza del coach italiano è stata affascinante e coinvolgente, come lui stesso aveva anticipato a inizio stagione: “Ho trovato una società molto organizzata, sotto tutti i punti di vista. Tutti ti mettono nelle condizioni di poter lavorare al meglio, è davvero molto stimolante. Così come è molto bello l’atteggiamento di totale disponibilità che gli atleti mettono in ogni momento. Per un tecnico è fantastico: loro si fidano ciecamente di quello che dici e fanno di tutto per metterlo in pratica. Il tutto con educazione e il sorriso sulle labbra. Ho imparato molto, è contagioso“.
Baldovin parla poi del livello della V.League giapponese: “Non è quello della Superlega, ma si sta alzando molto. Il tipo di gioco è un po’ diverso, perché è molto concentrato su alcuni atleti stranieri che hanno qualità superiori. Ma devo dire che i giapponesi stanno facendo passi da gigante“. E sul suo futuro non ha dubbi: “Non è ancora ufficiale, ma mi hanno già chiesto di fermarmi, da tempo. In Giappone sto bene, e allora continuerò la mia esperienza“.