Di Redazione
Non nasconde la sua delusione e il proprio rammarico per la stagione appena conclusa della sua Zanetti Bergamo. Patron Bonetti, intervistato da “QS”, pone gli obiettivi per il prossimo campionato.
Un cammino lungo quasi 30 anni che ha portato Bergamo a toccare il tetto d’Europa e ora a rilanciarsi. Tra gioie, trionfi e delusioni non è mancato nulla nell’avventura di Luciano Bonetti, patron del club orobico. La passione per la pallavolo continua a scorrere nelle vene del signor Foppapedretti, la cui mente è già catapultata alla prossima stagione. Allo stesso tempo non manca il rammarico per come si è conclusa l’ultima Regular Season, dove la formazione rossoblu ha raggiunto la salvezza.
Dottor Bonetti, l’ultima stagione non è andata secondo le aspettative. Possiamo dirlo? «Certamente sì. Le nostre aspettative erano ben altre, ovvero puntare ai playoff, invece è andata diversamente. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di apportare modifiche, sia nella rosa, che nello staff tecnico».
Avete optato di ripartire da Abbondanza. «Ci dispiace molto avere interrotto la collaborazione con Bertini, dato che lo considero un tecnico valido e durante la stagione abbiamo evitato cambiamenti in corsa. Ovviamente, se gli obiettivi non sono stati raggiunti, il tecnico ha le proprie responsabilità. Abbiamo così deciso di ripartire da Abbondanza, lo conosco molto bene come persona, in passato fu il tattico di Bonitta. Tra l’altro ha una grande esperienza all’estero e sono convinto che potrà fare bene a Bergamo».
Quale sarà l’obiettivo per il 2020? «Arrivare ai playoff, cercando di rimanere nei primi sei posti. Ogni progetto ha una nascita e un’evoluzione. Lo scorso anno c’è stata la nascita, ora serve abbinare l’evoluzione. Sarà necessario trovare quell’amalgama che nell’ultimo campionato non c’è stata».
Avete deciso di vendere Carlotta Cambi. Come mai? «Non nego che siamo delusi dalle sue prestazioni. A Bergamo non è riuscita a dimostrare quello che in Nazionale abbiamo visto sapere fare. Forse doveva più adattarsi al gioco delle compagne. A parte ciò le auguro il meglio per il suo futuro».
Un’ultima battuta: cosa pensa dell’attuale situazione della pallavolo in Italia? «Sono un po’ arrabbiato con l’attuale sistema, dove i costi delle squadre sono superiori al rendimento economico delle sponsorizzazioni. Capisco che in Turchia ci siano maxi stipendi, ma in Italia dovrebbero esserci costi più bassi, magari mettendo un tetto. Non è ammissibile vedere giocatrici che costano quasi un milione a una società. Non dobbiamo poi meravigliarci se dopo qualche anno certe società alzano bandiera bianca».