Di A.G
Sabato sera è calato il sipario sulla regular season della Samsung Volley Cup A1 femminile 2018/2019. Prima di tuffarci con le magnifiche otto nell’agguerrita corsa al titolo, è doveroso dare un’ultima occhiata a quanto successo da ottobre a marzo: è dunque il momento di valutare i top e i flop del campionato.
TOP
Paola Egonu Ruolo opposto, professione bomber: 522 punti siglati in questa regular season con 38 ace e 40 muri, nessuno meglio di lei. Questi numeri evidenziano quanto Egonu abbia fatto la differenza, vincendo per distacco la classifica delle top scorers. Si conferma l’arma letale di Novara, il martello che batte il ferro quando serve, quando i palloni scottano, quando il punto è ad ogni costo. Nel dubbio la palleggiatrice Carlini chiama il suo opposto all’esecuzione: e la palla va giù emettendo un suono fortissimo.
Alessia Orro La giocatrice sarda della UYBA ha in mano la squadra, gestisce le compagne capendone i momenti e le fasi nel corso della partita, aiuta in difesa e, soprattutto, mostra una evidente crescita al servizio e a muro. In battuta ha realizzato 23 ace e a muro è la palleggiatrice più prolifica con 30 stampate piazzate alle avversarie. Dopo qualche passaggio a vuoto nella passata stagione, quest’anno Orro è cresciuta molto, candidandosi ad un ruolo da protagonista anche in Nazionale.
Francesca Villani Il martello toscano è la rivelazione di questa stagione: guida l’attacco della Millenium Brescia con prestazioni brillanti (309 punti in 24 match, 35% di efficienza in fase offensiva e 24 muri vincenti), dando un contributo fondamentale all’agevole salvezza e attirando su di sé gli occhi di diverse formazioni della parte alta della classifica.
Hanna Orthmann La schiacciatrice tedesca è la leader silenziosa della Saugella Monza: si è caricata sulle spalle la squadra nei momenti più difficili ed è sbocciata come la primavera dimostrando talento, voglia di lottare e grande freddezza. Orthmann chiude la regular season con una media di quasi 15 punti a partita, 30 ace, 39% in attacco e 41% in ricezione, statistiche che testimoniano il grande talento di questa giocatrice.
Rossella Olivotto Quando si dice che il centrale non è un ruolo determinante non si pensa certo ad Olivotto. Le sue prestazioni sono sempre di assoluto spessore tecnico: precisa in attacco (52%), granitica a muro, di cui è al secondo posto nella classifica individuale con 65 stampatone, dimostra di essere una giocatrice matura, sicura e meritevole di un posto in Nazionale.
Beatrice Parrocchiale Libero di grande affidabilità e dal rendimento costante: una macchina da ricezione (51% di efficienza) capace di infondere tranquillità all’intera seconda linea. Il suo è un lavoro oscuro fatto di recuperi impossibili, di grande concentrazione e calma, ma molto redditizio. Giocatrice importantissima anche per lo spogliatoio.
Coach Andrea Pistola Lo scorso anno in A2 doveva vincere e sembrava quasi tutto scontato, quest’anno doveva lottare per la salvezza; invece, l’allenatore marchigiano rende grande Cuneo, conducendo una “matricola” ai playoff e non mettendo mai a rischio, neanche per una sola giornata, la categoria. Le sue ragazze sono capaci di mettere sotto anche avversarie più quotate grazie ad una buona continuità in attacco e ad una superlativa generosità in difesa. Ottimo lavoro.
FLOP
Carlotta Cambi Le sue compagne non la aiutano di certo con ricezioni difficoltose e che la costringono a correre su e giù per il campo da gioco. Cambi si impegna e prova a variare il più possibile la distribuzione, anche se commette tante sbavature pregiudicando talvolta le azioni d’attacco. Talento e classe non le mancano, per questo è tra coloro che hanno deluso: arrivata a Bergamo con grandi aspettative ed un ruolo importante nel sistema di Bertini, la palleggiatrice toscana non riesce quasi mai a fare la differenza.
Kaja Grobelna Inizia benissimo la stagione, ma da dicembre va decisamente in calando tanto da non sembrare nemmeno più la stessa giocatrice delle prime uscite in maglia bustocca. Ultimamente, coach Mencarelli preferisce affidarsi all’esperienza di Meijners in posto 2 piuttosto che al talento della ragazza belga. Per puntare in alto nella parte decisiva della stagione la UYBA ha bisogno della migliore Grobelna, alla quale i colpi non mancano, ma manca la continuità (71 errori e 38% in attacco).
Samanta Fabris Nei perfetti meccanismi di gioco di Conegliano, non le erano chieste prestazioni sopra le righe, ma da una giocatrice del suo calibro era logico attendersi di più. In alcune partite trascina la squadra, prendendola per mano come soltanto le leader sanno fare; in altre, però, non combina granché, venendo sostituita da Lowe. Per intenderci, non è sembrata la stessa che nei momenti decisivi della scorsa stagione fece la differenza scardinando le difese avversarie: per la croata una media di poco più di 10 punti a partita.
Elena Pietrini È una delle bande più promettenti della pallavolo italiana, anche se quest’anno non ha continuità di prestazioni a causa di problemi fisici: per lei 126 punti, con 5 ace, il 32% in attacco e tanti errori, oltre a grandi difficoltà in ricezione. Considerando le sue indubbie qualità non si può essere soddisfatti della sua stagione.
Celeste Plak Le apparizioni della schiacciatrice olandese sono spesso poco convincenti. Paga grosse difficoltà nei fondamentali di seconda linea: cercata quasi sempre dalla battuta avversaria e non di rado in imbarazzo in ricezione (22% di efficienza), costringe il libero Sansonna a fare gli straordinari. Negli scontri diretti coach Barbolini preferisce affidarsi all’esperienza di Piccinini, lasciando Plak in panchina.
Beatrice Berti Partita in panchina, a poco a poco si prende una maglia da titolare al centro a discapito di Botezat. Tuttavia, guardando alle sole statistiche, Berti risulta essere poco incisiva in tutti i fondamentali e non sembra sempre avere quella cattiveria giusta per mettere a terra palloni pesanti, a muro o in attacco che sia (solo 20 stampate e 37% di efficienza in fase offensiva). Al terzo anno da farfalla, la centrale è chiamata a dare qualcosa in più nei playoff.
Coach Matteo Bertini È una Zanetti Bergamo senza identità e carattere. Non c’è traccia della mano dell’allenatore, nonostante che Bertini avesse il grande vantaggio di aver lavorato con diverse giocatrici nell’ultima stagione. La squadra chiude al nono posto in classifica: era lecito aspettarsi di più perchè il roster aveva il potenziale per accedere ai playoff.