Campionati europei, Olanda battuta: Serbia campione

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Di Stefano Benzi

Serbia campione d’Europa, è il secondo titolo a distanza di quello di sei anni fa festeggiato in casa al Maracana di Belgrado ed è un titolo strameritato se consideriamo il percorso netto e qualitativo che la squadra serba ha affrontato nel lungo e macchinoso percorso delle qualificazioni ma soprattutto di fronte all’autorevolezza con la quale la squadra di Zoran Terzic ha saputo gestire un cliente scomodo e in pieno rush agonistico come l’Olanda.

La Serbia ha avuto il merito di prendersi subito i primi due set rispondendo a tono all’Olanda che come al solito ha puntato molto sull’aggressività e su un cambio palla giocato con determinazione feroce: ma la Serbia non è l’Italia… se la squadra azzurra si era sciolta di fronte alla determinazione della squadra avversaria, Boskovic e compagne rispondono in modo anche più aggressivo: lasciano sfogare l’Olanda quel tanto che basta per trovare i tempi e i modi giusti per portare a casa gli scambi che contano. E quando la Serbia si porta avanti, l’Olanda può solo prendere atto e sbattere ostinatamente contro il muro avversario.

Nel terzo set la Serbia tira il fiato (“una necessità quasi fisiologica” la definirà il CT Terzic sottolineando che non si può giocare con quella intensità per così tanto tempo) e anche quando l’Olanda chiuderà il parziale in modo netto – 25-18 – l’impressione è che la Serbia stia soltanto studiando quale arma tirare fuori. Lo si capisce nei primi scambi del quarto e decisivo set: l’arma prediletta è la mazza ferrata. La Serbia raccoglie tutto quello che riesce in ricezione e offre palloni che la Boskovic (29 punti a terra su 52 attacchi… praticamente una macchina sparapalloni) sbatte a terra con la gentilezza di una macchina asfaltatrice. Se la Boskovic è stanca, o la palla non è perfetta, arriva la Mihajlovic che di 33 palloni da schiacciare ne infila 15. Di fronte a numeri del genere la buona volontà dell’Olanda scompare e le percentuali di ricezione diventano un peso insostenbile. La Serbia chiude in scioltezza limitando persino la cattiveria agonistica, ormai non più necessaria di fronte a un avversario domato.

Finisce 3-1 (25-20, 25-22, 18-25, 25-18) e alle Oranje tocca buttare giù l’ennesimo bicchiere di fiele di una finale persa. Ben quattro nella storia dei loro europei…

Ha vinto la squadra più regolare, più costante, con i cambi migliori e la qualità più esplosiva in attacco. Ha vinto la squadra migliore, la Serbia: perché ogni tanto lo sport vuole anche che a vincere sia inequivocabilmente la migliore. Ed è giusto così.

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