Di Redazione
Serviva un’impresa, da una parte o dall’altra: alla fine l’hanno compiuta i russi che nel momento più difficile, quando erano sotto di due set, sono riusciti a rimontare con la cattiveria agonistica che è solo dei grandi competitor.
D’altronde i russi volevano dedicare una grande partita al leggendario Tetyukhin che va in campo fin dal primo scambio: Sergey Il Grande ha annunciato che questa sarà la sua ultima partita internazionale e che alla fine di questa stagione si ritirerà dall’agonismo (clicca qui). Il 3-0 della gara d’andata, pur senza distacchi stellari, è un buon viatico verso la possibilità di alzare l’ennesimo trofeo internazionale. Per Tetyukhin sarebbe la decima coppa internazionale, la seconda Coppa Cev. Ma i presupposti non bastano…
Non tutte le cose vanno secondo i piani di Shipulin: lo Ziraat Ankara, giocando sulla pura potenza del servizio e su una ricezione più che efficace taglia due solchi profondi nel punteggio che corrodono la sicurezza del Belgorie: Tetyukhin negli ultimi scambi del set lascia il campo con Antonov e Kiyak che lasciano i segni sul flex degli ospiti grazie a un break finale di quattro punti micidiale (25-21).
Tetyukhin torna in campo e per la verità anche il Belgorod dimostra una maggiore intensità ma soprattutto una maggiore precisione di gioco. L’ambiente certo non aiuta. Il Baskent Spor Hall di Ankara è gremito all’inverosimile e si gioca in un chiasso infernale. Lo speaker praticamente è il capo degli ultras… altro che i gentleman di casa nostra. Russi che comunque faticano molto prima di trovare uno scalino sul quale salire: il break arriva sul 32esimo rally, 15-17 e Ankara in affanno. Il Belgorod tuttavia non riesce a scollarsi di dosso l’ostinatissima resistenza dei turchi che al 42esimo scambio trovano il pari e poi riescono anche a portarsi in avanti invertendo l’inerzia del set. Il finale è una bolgia: Iereschenko si vede chiamato fuori un servizio che sembra un ace e invece vale la prima di due palle set che lo Ziraat concretizza. Musi lunghi tra i russi e qualche protesta nei confronti del serafico arbitro greco Georgios Georgouleas: sulla panchina del Belgorod volano alcuni asciugamani e non solo quelli.
I russi nel terzo set partono con gli occhi iniettati di sangue: sono arrabbiati e si vede. Hanno modo di protestare anche in avvio di frazione con il primo arbitro e il suo secondo, Grabovsky: ma intanto si portano avanti trovando un buon break di tre punti e mantenendo due lunghezze di vantaggio per un bel po’. Bakun comincia a fare sentire il suo peso anche a muro e il Belogorod vola a +4. La stessa pressione che i turchi avevano messo nei primi due set per tenersi davanti, stavolta la sfruttano per schienare l’orso russo che un punti dopo l’altro scialacqua il suo vantaggio. E si gioca punto a punto per il set. Tetyukhin sbaglia dalla linea di servizio andando lungo ma con un primo tempo viene perdonato da Nikolov. Sassate micidiali, battute a tutto vapore, non si perdona nulla: Iereschenko scaraventa a terra un muro che vale un secondo set point, annullato anche questo da Konarski. Anche Emre Savaş restituisce al mittente il terzo. Ma i russi di set point se ne prendono ancora uno e Tetyukhin si fa dimenticare gli errori con un’invenzione dalla banda degna di un puro fuoriclasse: 26-28, Si va al quarto…
Un set condizionato dalla paura da parte di entrambe le squadre che corrono qualche rischio in meno e cercano sempre l’errore avversario. Si sbaglia poco, distacchi minimi subentra anche un po’ di stanchezza: i turchi cercano sempre di tagliare fuori Tetyukhin dalla linea di smash, in compenso il 42enne è lucidissimo anche quando si tratta di palleggiare. Turchi un po’ meno sicuri di sé dopo il set perso… servono trentasei scambi per vedere un break: 17-19 per il Belgorod. È una botta che stordisce i padroni di casa che subiscono subito un altro minibreak grazie a un muro imperiale di Tetyukhin che non permette che nessuno gli rovini la festa. Ma tant’è, anche qui, ci si gioca il futuro punto a punto più con rabbia e istinto che con razionalità: un mani fuori di Enre Savaş, un ace di Bakun e i russi sono a +3 sugli avversari e -2 dalla coppa.
Un errore al servizio di Ulaş offre la palla set che vale il trofeo Nikolov la mette a terra con un muro isolato semplicemente perfetto.
L’arena di Ankara piomba nel silenzio più glaciale: la musica nemmeno si sente più, solo le urla dei pochi tifosi russi giunti al seguito della squadra e confinati in un angolino.
Vince Belgorod che ha avuto la forza di rimontare due set mostruosi in un ambiente davvero ostile. Tetyukhin può lasciare sereno alzando l’ennesimo trofeo di una carriera infinita. Finisce 2-3 (25-21, 26-24, 26-28, 21-25, 11-15) con i leoni che completano la loro rimonta davanti a una squadra ormai disillusa e spenta di qualsiasi tensione agonistica.
Belgorod che riesce dunque a concretizzare un grande trofeo in una stagione disgraziata e condizionata dai continui cambi in panchina, ben quattro. Shipulin, uomo d’esperienza, ha portato un po’ di equilibrio che forse avrebbe fatto comodo ai leoni anche prima.
Ziraat Bankasi Ankara-Belogorie Belgorod 2-3 (25-21, 26-24, 26-28, 21-25, 11-15)
Ziraat Bankasi Ankara: Kiyak 16, Antonov 6, Konarski 4, Savaş 4, Döne (L), Atli 1, Cacic 1, Kurek 11, Sahin 7. Non entrati: Yilmaz, Tayaz, Zorluer. Allenatore Joshko Milenkoski.
Belogorie Belgorod: Obmochaev (L), Safonov, Grankin 1, Nikolov 8, Tetyukhin 11, Bakun 20, Danilov 3, Poroshin 2, Eremin (L), Muserskiy 16, Khanipov 1, Spodobets 1, Iereschenko 15. Allenatore Gennady Shipulin.
Arbitri: Georgios Georgouleas (Grecia) e Zdenek Grabovsky (Repubblica Ceca).
Spettatori: 6000.
Timing: 27’, 31’, 30’, 27’, 16’. Totale: 2.31’.
Ace: 9-4
Muri: 11-14