Di Redazione
Dieci anni dopo, è tempo di tornare a casa. Non solo metaforicamente: come racconta oggi Samantha Pini su La Prealpina, ad accogliere Carli Lloyd, palleggiatrice della E-Work Busto Arsizio che ieri si è riunita alle nuove compagne di squadra, sarà proprio lo stesso appartamento in cui abitava dieci anni fa, ai tempi della sua prima trionfale esperienza in biancorosso. “Ho voluto proprio quello – spiega Lloyd – perché c’è ancora la famiglia che mi aveva dato una mano nel 2011. In questi dieci anni sono sempre rimasta in contatto con loro“. Se non è un segnale questo…
E del valore simbolico del ritorno della regista sono ben consci i tifosi bustocchi, che la attendono con ansia e grandi aspettative, anche se tutto è cambiato da quando Carli entrò per la prima volta, ancora ragazzina, nell’allora PalaYamamay. “Ora sono una mamma – sorride la palleggiatrice – e sono un’atleta: devo trovare l’equilibrio tra le due cose, lo farò, ma non so ancora come. Voglio essere una giocatrice, la più forte e la più brava possibile, ma anche una mamma tutti i giorni, facendo entrambe le cose ad alto livello“. Operativamente, le daranno una mano a gestire la piccola Storm Rose il marito (che arriverà venerdì), la mamma e lo zio, che l’aveva accompagnata anche nella sua prima avventura italiana.
Sul futuro di Lloyd a Busto ci sono ancora due elementi da chiarire. Il primo è il suo ruolo in squadra: sarà lei il nuovo capitano delle Farfalle? “Se il coach lo volesse, credo che accetterei – risponde la statunitense – sono già stata capitano della nazionale e all’università, ma mai nel volley di club“. Il secondo è il numero di maglia, visto che il suo classico “3” entra in conflitto con la scelta altrettanto tradizionale di Rossella Olivotto: “Non ci ho pensato e non sapevo che lo indossasse lei, ne parleremo…“.