Celeste Plak: “Vorrei solo potermene tornare a casa”

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Redazione

Celeste Plak da quest’anno gioca in Turchia con l’Aydin in una splendida cittadina a pochi chilometri da Smirne e dalla costa di Samo. Un luogo splendido. “Ma se potessi tornerei subito a casa” dichiara pensando ovviamente all’emergenza coronavirus.

Celeste ha un sorriso pacioso e un atteggiamento sempre molto garbato e posato: e quel nome poi, Celeste… chi se lo aspetterebbe? Ogni tanto anche a Celeste scappano pensieri pesanti. Sarà per la musica che ascolta: è una fan dei Midnight, band trash metal pesantissima di Cleveland i cui testi sono quanto di più truculento si possa immaginare. È facile vederla con la maglia della sua band, o sulla sua moto mentre gira per le strade tortuose della costa turca… E pensa…

“A volte molti pensano che noi atleti professionisti siamo immuni da certe paure e preoccupazioni, ma non è così, viviamo la vita di tutti e come tutti siamo molto preoccupati – dice l’ex giocatrice di Bergamo e Novara – vorrei poter stare con le persone che amo e vivere dove so che posso esprimere il mio parere. Non capisco perché le cose stanno andando così. Tutti si sono fermati, solo noi qui in Turchia continuiamo ad allenarci per i playoff”.

La Turchia ha sospeso il campionato ma non l’ha cancellato. In teoria i play off potrebbero ricominciare da un momento all’altro: “C’è una grande incertezza – dice Celeste – questo virus ha portato molta sofferenza ma anche tanta solidarietà perché si perde la consapevolezza di quello che è davvero utile e le persone finalmente tornano a cercare appoggio l’una con l’altra”.

La sua famiglia vive a Tuitjenhorn, a nord di Amsterdam. Suo fratello Fabian gioca in Spagna e anche lui non ha ancora avuto il consenso di tornare a casa. Celeste resta in contatto via social con amici e parenti e affidato i suoi pensieri a un diario online

“Ieri è successa una cosa strana, eravamo nello spogliatoio, in libertà e sono arrivati due uomini completamente coperti con una tuta, sembravano marziani. Sulla schiena avevano dei contenitori dai quali hanno cominciato a spruzzare del liquido ad alta pressione: un odore acre, fastidioso, proprio dove stavamo per allenarci. Ho scoperto che sta cambiando il mio modo di fare le cose: spingo i bottoni dell’ascensore con il gomito, disinfetto il denaro. E sto zitta. Perché ho capito che la Turchia non è l’Olanda: qui se esprimi il tuo parere puoi anche essere licenziato in tronco. Cerco di stare calma e di fare un passo alla volta”.

Un allenamento dopo l’altro. Domenica Celeste ha ricevuto altre invasioni aliene: “Un marziano – scrive – è venuto a disinfettare il mio appartamento. In ascensore hanno messo dei bastoncini usa e getta per schiacciare i bottoni, ho scoperto che so aprire le porte con i gomiti. A un certo punto ricevo la chiamata della mia amica Freya Aelbrecht (ora al THY di Istanbul, in passato a Busto, Bergamo, Monza e Pesaro n.d.r.). Decidiamo di andare al mare in tenda e di accamparci dove il telefonino nemmeno riceve: raccogliamo la legna e accendiamo il fuoco da campo. Scherzando diciamo che quando torniamo tutto potrebbe essere risolto, o che tutto il paese potrebbe essere bloccato. Ridiamo”.

Ma intanto Yvon Beliën, altra giocatrice olandese che milita nel Galatasaray, ha ricevuto il nulla osta per tornare a casa: È la prima olandese che lascia il paese, sono contenta per lei ma sinceramente sono in ansiosa attesa di sapere quando toccherà a me”.

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI