Di Redazione
Affermazione netta del Vakifbank Istanbul, diretto da Giovanni Guidetti, nella partita di ritorno dei quarti di finale di Champions League femminile con un secco 3-0 e parziali molto ampi (25-19, 25-16, 25-8) contro la Dinamo Mosca. Il modo migliore di reagire alla sconfitta subita nella gara d’andata in Russia, la prima dopo quasi tre anni di imbattibilità europea.
Non c’è stata davvero partita: il Vakifbank ha lasciato alle avversarie le briciole, mai un break superiore ai due punti e solo in due occasioni la Dinamo si è trovata brevemente in vantaggio nei prima di essere risucchiata e spinta sotto da gap pesantissimi, anche di nove-dieci punti. Guidetti ha scommesso sul suo starting team titolare senza mai effettuare un solo cambio e la squadra ha risposto con grande senso di responsabilità ed efficacia: 95% di palloni ricevuti (40% di ricezioni perfette) e la bellezza di undici muri che non hanno quasi mai consentito a Goncharova e compagne di far valere il loro peso. Miglior realizzatrice Sloetjes con 19 punti, MVP la solita Zhu Ting con 17 palloni a terra (63% di efficacia offensiva). Da sottolineare la splendida prova di Karakurt e Caliskan.
Tornando a parlare di statistiche per la squadra di Istanbul conquista la sua 38esima vittoria in 40 partite raggiungendo 122 successi in Champions League, un record assoluto. L’obiettivo è il quinto titolo continentale visto che quattro successi li condivide con Bergamo. Il Vakifbank attende adesso il risultato della sfida tra Stoccarda e Novara (vittoria delle piemontesi in Germana 3-1 nella gara d’andata) per scoprire la propria avversaria.
Guidetti tuttavia non sottovaluta le difficoltà della partita: “Non c’è stato un solo secondo in cui questa gara è stata facile. A Mosca siamo stati messi in discussione come squadra e abbiamo dovuto reagire, ci siamo preparati molto duramente anche guardando moltissimi video. Ci siamo concentrati sul match dal primo all’ultimo istante perché sapevamo che sarebbe stata dura. Ma il VakıfBank ha questo spirito e oggi abbiamo davvero giocato come il miglior VakıfBank. Le mie giocatrici hanno rifiutato fin dall’inizio l’idea di poter perdere e più c’era pressione meglio giocavano. Sono state grandi…”