Di Redazione
Il 3-1 in casa nella gara d’andata non è stata garanzia sufficiente allo Skra Belchatow, allenato da Roberto Piazza, per accedere alla semifinale di Champions League: è stato infatti necessario il golden set per promuovere i polacchi battuti dallo Zenit San Pietroburgo con lo stesso punteggio di gara #1, 3-1 (25-22, 21-25, 25-20, 25-20. Golden Set 15-11). Partita non eccezionale quella dei polacchi che iniziano male ma soprattutto non riescono mai a prendere il controllo della gara nel terzo e nel quarto set e vengono dominati dai russi che conducono con parziali ampi e chiudono in crescendo in entrambe le frazioni.
Il grande merito della squadra di Piazza è quello di uscire alla distanza nel Golden Set giocato con tutt’altro temperamento e con grande aggressività: se il miglior realizzatore è stato, manco a dirlo, il solito Grozer autore alla fine di 28 punti è Jukub Kochanowski l’MVP della partita: Grozer, un solo punto nel golden set, viene contenuto a dovere dal muro dello Skra mentre dall’altra parte della rete “Kuba” si scatena e si prende la responsabilità di gestire tutti i palloni più problematici. Lo Zenit crolla sul più bello dopo undici vittorie in dodici partite e lo Skra torna tra le quattro regine d’Europa: affronterà la vincente della sfida in programma questa sera tra Dinamo Mosca e Lube Civitanova con i cucinieri che difendono in casa la vittoria esterna ottenuta in Russia per 3-1.
Lo Zenit a onor del vero aveva una panchina cortissima: “Gli infortuni ci sono costati cari – dice Aleksandr Klimkin, tecnico della squadra russa – ma qui non si tratta di trovare delle giustificazioni. Abbiamo completamente sbagliato il golden set commettendo troppi errori e se abbiamo perso la ragione è semplicemente questa”.
Roberto Piazza: “È stata una vittoria incredibile che mi rende molto orgoglioso dei miei giocatori, ogni giorno cerchiamo di crescere, di migliorare un passo per volta e devo dire che nel golden set mi hanno davvero impressionato perché a tratti mi sono ritrovato ad ammirarli come un semplice spettatore e non come il loro allenatore”.