Di Alessandro Garotta
Quando si parla di pressioni e di hype che danneggiano i giovani, bisogna necessariamente aprire una parentesi ed escluderne alcuni. Quelli che godono delle aspettative, perché si abituano a non disattenderle. Con la faccia tosta della gioventù e un carico di talento da sprigionare in campo. Nel panorama pallavolistico della Serie A1 femminile questa descrizione è egregiamente incarnata da Chiara De Bortoli, uno dei migliori liberi italiani per rendimento, che alla Reale Mutua Fenera Chieri ha trovato la propria dimensione ideale per crescere e mostrarsi al mondo intero. Ecco la nostra intervista esclusiva alla 24enne veneta.
È iniziata la sua terza stagione a Chieri. Quali sono state le sensazioni alla riconferma e cosa le piace di più del suo club?
“Sono contenta di giocare anche quest’anno a Chieri. È stato costruito un roster competitivo con tante giocatrici che hanno voglia di lavorare: questo è proprio uno dei punti cardine della società che apprezzo di più“.
Qual è il bilancio della preparazione finora? E che cosa avete fatto nello specifico?
“È ormai trascorso un mese e mezzo da quando abbiamo iniziato la preparazione. Stiamo lavorando tanto, focalizzandoci sull’aspetto fisico, così da mettere nel serbatoio il carburante necessario per poter giocare bene tutta la stagione. In particolare, nelle prime settimane abbiamo lavorato in piscina e sulla sabbia, mentre adesso stiamo iniziando a mettere in atto i sistemi tecnici dell’allenatore e creando l’intesa in campo tra chi era qua già nella scorsa stagione e chi è appena arrivato“.
Quali sono le ambizioni di Chieri? Si può puntare oltre ai quarti dei play off dello scorso anno?
“Chieri ha fatto un ottimo mercato e secondo me siamo una squadra veramente forte. Se questo gruppo lavorerà bene, potrà togliersi delle belle soddisfazioni. Noi non ci poniamo limiti e faremo del nostro meglio per migliorare i risultati della scorsa stagione“.
Avete conservato l’ossatura della scorsa annata. Questo fattore può aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi?
“Certamente è un punto a nostro favore partire con le intese già rodate. È altrettanto importante l’inserimento delle nuove arrivate, e che ci sia massimo impegno da parte di tutte, perché il segreto dei nostri risultati dell’anno scorso stava proprio nel duro lavoro in palestra. Dovremo continuare su questa lunghezza d’onda“.
In estate ha vissuto l’esperienza della VNL con la maglia della nazionale. Come la valuta?
“È stata un’esperienza molto bella, in cui abbiamo avuto modo di confrontarci con le nazionali migliori al mondo. Il nostro percorso ha avuto un inizio in salita, anche perché non c’era stato molto tempo per preparare i sistemi di gioco e la squadra si conosceva poco. E devo ammettere che alcune delle prime sconfitte, come quella con la Serbia, ci hanno lasciato veramente l’amaro in bocca perché erano partite che avremmo potuto vincere. Poi siamo cresciute nel corso del torneo, riuscendo a fare sempre meglio: c’è soddisfazione per i nostri miglioramenti e perciò il bilancio finale è positivo“.
Ci parli del suo ruolo di libero. Come vive la responsabilità di dover sbagliare poco o nulla in fase difensiva?
“Penso che sia un ruolo molto affascinante, tutto da scoprire. Il libero deve saper ricevere e difendere, e quando fa un errore lo si nota di più; perciò, è fondamentale avere una tenuta mentale che permette di reagire prontamente alle difficoltà. È anche un ruolo molto competitivo e galvanizzante: per esempio, mi piace quando si riesce a fare una bella difesa o ricezione destabilizzando le avversarie o quando magari più picchiano forte e più si vedono difendere gli attacchi“.
Tecnicamente dove crede di poter migliorare e dove invece pensa di essere al top?
“Non sento di essere arrivata al mio limite massimo, anche perché il processo di crescita e miglioramento costante è qualcosa che non termina mai. Il prossimo obiettivo personale sarà di rendere più costanti le mie prestazioni, un aspetto molto importante per un libero“.
Pur essendo giovane, la vediamo ormai da diversi anni sui taraflex di Serie A1. Ma quali sono i momenti della sua carriera finora che ricorda più volentieri?
“Tra i miei ricordi più belli c’è sicuramente la Final Four di Coppa Italia della scorsa stagione. Nonostante l’eliminazione in semifinale, ricorderò sempre con piacere quel weekend a Rimini perché era la prima volta che vivevo da protagonista la fase finale di una competizione così importante e mi ha fatto crescere molto. Ovviamente poi non dimentico la vittoria dello Scudetto con Conegliano nel 2016: è stata un’esperienza magica“.
Quali sono i suoi propositi e sogni per il futuro?
“Come direbbe la mia compagna di squadra Francesca Bosio, i sogni non si possono svelare altrimenti non si realizzano… Per il momento voglio continuare a divertirmi giocando e raggiungere traguardi sempre più importanti“.
Intanto ha da poco raggiunto un traguardo extrapallavolistico molto importante: la laurea in Economia. Come è riuscita a coniugare studio e sport?
“All’inizio non è stato facile coniugare bene lo sport e lo studio, ma poi con pazienza e comprensione di me stessa ci sono riuscita. La didattica a distanza, introdotta dopo l’arrivo del Covid, ha aiutato noi studenti-atleti visto che spesso avevamo difficoltà non solo a seguire le lezioni ma anche a fare gli esami in presenza. Sono contenta che le università si stiano interessando agli studenti che fanno sport, ma che non saranno atleti per tutta la vita, andando loro incontro e mantenendo le lezioni a distanza“.