Di Alessandro Garotta
Per descrivere quella che al momento è una stagione positiva per la BSC Materials Sassuolo – ma per farla diventare perfetta servirà tenere duro fino alla fine – si potrebbero prendere tante istantanee che rappresentano le vittorie, o sperticarsi in elogi verso le giocatrici che stanno trascinando la compagine di Maurizio Venco. In questo elenco figurano spesso e volentieri i nomi di Aurora Pistolesi, importante punto di riferimento in attacco (specialmente dopo il grave infortunio occorso a Valentina Pomili), di Linda Manfredini, protagonista di una crescita verticale a ritmo esponenziale, o di giocatrici che non deludono mai le aspettative come Federica Pelloni, Federica Busolini e Giada Civitico.
Come qualche volta accade, però, non si parla abbastanza dell’elemento che funge da collante, che si preoccupa di far girare tutti gli ingranaggi all’unisono: ci riferiamo a Chiara Scacchetti, metronomo e leader emotivo della squadra emiliana, che si è raccontata in un’intervista esclusiva ai nostri microfoni.
Per iniziare, ci racconti qualcosa di lei e della sua passione per la pallavolo.
“Sono Chiara, ho 27 anni e mi definirei una persona solare e scherzosa, ma allo stesso tempo molto decisa e tenace quando si tratta di raggiungere gli obiettivi prefissati. Ormai sono passati 10 anni da quando ho deciso di fare della mia passione per la pallavolo un lavoro. È stato amore a prima vista con questo sport, che nel corso del tempo mi ha aiutato a crescere caratterialmente, andare oltre ai miei limiti e imparare a mettermi a disposizione delle compagne, perché nel volley è fondamentale saper dare una mano a chi ci sta vicino ma soprattutto avere la capacità e l’umiltà di farsi aiutare. Quest’ultima non è una cosa scontata. Infine, ci tengo a sottolineare che grazie a questo sport ho scoperto alcuni lati del mio carattere che mai avrei pensato di avere, come una grande dose di forza e determinazione“.
Come si è avvicinata al volley?
“Da piccola guardavo ‘Mila e Shiro’, cartone animato che penso abbia fatto appassionare molte bambine alla pallavolo. Inoltre andavo spesso a vedere le partite di mia sorella e da lì è cominciata la mia avventura“.
Quali sono state le tappe principali del suo percorso pallavolistico?
“Ho iniziato con il Minivolley a Rubiera, il mio paese d’origine, per poi entrare nella Scuola di Pallavolo Anderlini di Modena all’età di 13 anni: lì ho vinto il mio primo Scudetto e raggiunto diverse finali nazionali a livello giovanile. Nel frattempo, ho avuto l’onore di indossare la maglia della nazionale in un Campionato Europeo pre-juniores, vincendo il premio individuale di miglior palleggiatrice. Dopo il Mondiale pre-juniores, mi sono fermata per un piccolo intervento alla schiena e mi sono trasferita alla Foppapedretti, dove ho finito la trafila delle giovanili ed esordito in Serie B1.
Nell’estate del 2013 ho partecipato al Mondiale juniores e nella stagione successiva sono rimasta a Bergamo, militando nella squadra di B1 e terminando gli studi liceali. Nel 2015 mi si sono aperte le strade di Serie A1 e A2, e ho vissuto esperienze formative a Scandicci, Ravenna, Chieri e Roma. Dopodiché sono stata per due stagioni a Montecchio Maggiore, ho fatto un anno a Marsala e ora sono a Sassuolo. Queste tappe mi hanno permesso di fare un percorso alla scoperta di me stessa e conoscere tante persone speciali che sono entrate a far parte della mia vita, arricchendola in modo incredibile“.
Veniamo alla sua avventura a Sassuolo. Come si trova e cosa le piace maggiormente di questa società?
“Mi trovo davvero bene! A Sassuolo ho trovato una seconda famiglia e non potevo desiderare di più. Ma soprattutto ho incontrato giocatrici forti, che lavorano duramente e si aiutano a vicenda. Penso che questo sia il mix perfetto per dare il meglio di sé in campo“.
Originaria di Rubiera, cresciuta all’Anderlini e ora a Sassuolo: lo considera un “ritorno a casa”?
“Certo, mi piace definirlo così, perché proprio quest’anno è nata una collaborazione tra Idea Volley Sassuolo e Scuola di Pallavolo Anderlini. Sono davvero contenta di poter giocare in Serie A per una squadra che collabora con il settore giovanile in cui sono cresciuta“.
Si aspettava un campionato così positivo dalla sua squadra? Com’è il bilancio finora?
“Come ho detto prima, a Sassuolo ho trovato compagne di squadra forti, disponibili, con una grande cultura del lavoro, oltre che uno staff serio, preparato, che ci fa lavorare sodo. Questo l’avevo intuito nei primi allenamenti della preparazione estiva e mi ha trasmesso tanta fiducia fin dall’inizio. Penso che il bilancio finora sia molto positivo, dal momento che stiamo lottando alla pari con le prime del nostro girone per cercare di arrivare alla seconda fase nel migliore dei modi“.
Come vede il prosieguo della stagione? Quali sono i vostri obiettivi?
“Sicuramente non è un campionato facile: il nostro è un girone molto equilibrato, in cui ogni partita è una battaglia, e perciò non si può mai abbassare la guardia. Gli obiettivi principali sono di continuare a migliorare il nostro gioco velocizzandolo il più possibile e staccare il pass per i Play Off“.
Quanto c’è di Chiara Scacchetti nel suo salto di qualità in questa stagione e quanto è da attribuire al sistema di gioco?
“Penso che il nostro punto di forza sia un sistema che ci permette di schierare tre centrali e sviluppare un gioco veloce. Ed essendo una palleggiatrice che ama il gioco al centro, mi sto divertendo molto. Non so quanto ci sia di me nel suo salto di qualità: semplicemente cerco di fare del mio meglio, migliorando partita dopo partita grazie all’aiuto delle mie compagne di squadra“.
Quali sono secondo lei le caratteristiche fondamentali per una palleggiatrice?
“Ritengo che una delle caratteristiche fondamentali di chi gioca in questo ruolo sia conoscere a fondo le proprie compagne in modo da metterle nelle condizioni migliori quando devono attaccare. Inoltre, è importante essere disponibili nei confronti delle attaccanti e avere un carattere deciso, soprattutto quando bisogna assumersi la responsabilità delle scelte nei momenti delicati delle partite“.
Quali sono i segreti per riuscire a gestire al meglio la distribuzione di gioco?
“Sarebbe fantastico essere a conoscenza di questi segreti in termini assoluti, ma ogni partita fa storia a sé; dunque, bisogna individuare quali sono i punti deboli delle avversarie e quali sono le compagne che possono diventare punti di riferimento in attacco. Sicuramente per fare le scelte migliori, in particolare nelle fasi calde dei match, il palleggiatore deve mantenere sempre la mente lucida“.
Quali sono i suoi sogni nel cassetto, sportivamente parlando?
“Vorrei vincere il campionato di A2 per riconquistare l’A1, che resta uno dei sogni nel cassetto a cui tengo maggiormente“.