Di Redazione
La pallavolo italiana è costretta a ragionare sul futuro.
Se le aziende hanno dovuto chiudere, se non ci sono i profitti attesi, diminuiranno per forza le sponsorizzazioni e quindi i ricavi sportivi. Ergo meno entrate e se i costi non si abbassassero, sarebbero guai.
Mentre i giocatori della Lube proseguono gli allenamenti nella sala pesi del palas trasformata quasi in sala operatoria per garantire la massima sicurezza e dar loro la possibilità di restare in forma, il diesse del club Giuseppe Cormio lancia l’allarme generale, intervistato oggi da Andrea Scoppa per il Resto del Carlino Macerata.
«Giorni fa magari sono stato irruento parlando di società che magari preferiscono non giocare per avere meno spese, chiedo scusa. Tuttavia i team di SuperLega devono unirsi, bisogna adesso fare i sacrifici dettando una linea comune, altrimenti in tanti rischieranno di scomparire e sarebbe a repentaglio il futuro di questo sport».
Nel calcio il Sion ha addirittura licenziato i giocatori che avevano rifiutato di ridursi l’ingaggio... «Anche la pallavolo subirà gli effetti economici di questa emergenza. Sia chiaro, gli atleti non giocano non per loro volontà, però sarebbe sbagliato se un solo club facesse tagli o ogni club li facesse diversi. Serve una linea comune e serve ora, non alla ripresa».
La presidentessa di Monza ha minacciato la rescissione del contratto se un giocatore straniero tornerà a casa. La linea della Lube? «Ogni atleta ha la sua sensibilità, però non serve per forza l’azione più drastica, con Barnes ad esempio Padova ha trovato un accordo e l’ha autorizzato. Andrebbe comunque considerato il lungo periodo di quarantena, sia all’arrivo che al ritorno…»
A proposito, questa richiesta del Brasile per riportare in patria Leal e Bruno è arrivata... «Sì, ma dal Comitato Olimpico e non dalla Federazione, pertanto non il nostro interlocutore. La richiesta avrebbe un senso se qui l’attività fosse ferma, ma la Lube si allena… E aggiungo che paghiamo decine e decine di migliaia di euro per il transfer, per avere gli stranieri fino a metà maggio».
I giocatori hanno paura? «Capisco l’apprensione di Juantorena o Bruno che hanno lontani i loro affetti (Cuba e Brasile), anche De Giorgi ha la famiglia nel Salento o io a Padova. Abbiamo fatto un patto di restare qui e ci rimarremo almeno fino al 3 aprile, poi vediamo»