Di Redazione
Sta facendo discutere in queste ore il report sui fattori di rischio nelle discipline sportive consegnato dal Coni al Ministro dello Sport, nell’ambito delle misure per il contenimento della pandemia di coronavirus. Al di là delle famigerate “tabelle” sui singoli sport, il documento redatto dal Politecnico di Torino contiene una serie di ulteriori informazioni utili, dalla definizione delle misure di prevenzione a quella dei sistemi di vigilanza, fino ad alcuni casi di “beta testing” su sport selezionati.
Quanto alla parte centrale del documento, va precisato che le tabelle dei fattori di rischio sono state compilate dalle singole Federazioni sportive associate al Coni e al CIP, oltre che dalle Discipline sportive associate e dagli Enti di promozione sportiva. Si spiegano così le significative differenze tra le varie discipline, come quelle (macroscopiche) relative al calcio, che secondo la FIGC presenterebbe meno rischi di altri sport non di contatto.
Secondo le valutazioni della Federazione Italiana Pallavolo, il nostro sport – anche nella variante paralimpica del Sitting Volley – occupa la fascia più alta di rischio in molti dei criteri individuati: contatto tra atleti, numero e dimensioni degli spogliatoi, ambiente chiuso, impossibilità di utilizzo dei dispositivi di protezione, della telemedicina e del telecoaching, il tutto sia in allenamento sia in partita. Un rischio minore ma comunque elevato (fascia 3) è associato al contatto tra tecnici e con pubblico e accompagnatori, al numero degli atleti in campo e a quello degli ufficiali di gara.
Diverso il discorso per il Beach Volley, in cui le voci al massimo livello di rischio riguardano solamente i dispositivi di protezione e la telemedicina (oltre all’ “ambiente chiuso”, che nel caso specifico sembrerebbe tuttavia un errore di compilazione). Il rischio è considerato invece moderato per quello che riguarda contatto tra atleti, numero dei giocatori e spogliatoi, e basso (fascia 1) per i contatti tra allenatori, pubblico e direttori di gara.