Di Redazione
Parte dalla panchina ma poi si rivela l’uomo chiave durante la partita con Ravenna. Cristian Savani, ex capitano azzurro, da quest’anno in forza a Verona, racconta a “L’Arena“ di sentirsi bene e di essere contento di dare il proprio contributo.
Entra dalla panchina e mette le ali a Calzedonia. Era successo a Monza ed è successo anche contro Ravenna. Contro i brianzoli, in un match sulle montagne russe, combattuto e incerto fino alla fine, Cristian Savani nel terzo set cambia marcia e il suo muro su Giannotti è quello decisivo per mettere il sigillo gialloblù sulla partita. Contro i romagnoli, invece, in un’altra sfida al cardiopalma, l’ex capitano azzurro è fondamentale al servizio nel primo set. La situazione è critica, se non disperata. Verona è sotto 14-21, Savani ha da poco preso il posto di Sharifi, che fatica. Si sta mettendo veramente male per i gialloblù, che pure erano partiti bene e conducevano quasi senza patemi 10-7. Poi qualcosa però si inceppa e la Consar risale inesorabile facendo leva su un grande muro e un Rychlicki in grande spolvero. Supera e prende il largo. Sembra la fine. Ma Cristian ha il fuoco dentro, il braccio caldo. Va sulla linea dei nove metri e inizia a bombardare. Con lui al servizio Calzedonia riemerge dalla fossa e si porta sul 19-21. Torna la luce. Che accende definitivamente Boyer, il quale completa l’opera con un attacco e tre ace consecutivi. Cristian a fine partita si gode l’abbraccio dei tifosi e della sua famiglia. Oltre alla moglie e alla sua bimba, che tiene in braccio quando lo premiano Mvp, c’è anche il papà Pietro. Con il quale si ferma a lungo a parlare.
«Voglia di giocare? Io ce l’ho sempre», dice. «Sono contento, anche a Siena ho dato il mio apporto e sono soddisfatto. Sono qui per questo e sono orgoglioso che stia andando bene. Non importa se entro io o un altro, l’importante è vincere. Bisogna continuare a fare punti contro queste squadre. Sembra facile sulla carta, ma posso assicurare che non è affatto così. Nel primo set», continua parlando della partita contro Ravenna, «siamo stati molto bravi, la Consar era davvero avanti e noi siamo riusciti a mettere loro pressione in battuta e di conseguenza abbiamo cominciato anche a murare un po’ di più. Ravenna non è tanto una squadra che subisce, gioca sempre, copre tanto, difende. E difficilmente prende delle murate secche. Un avversario tosto soprattutto se vai sotto perché è difficile poi da recuperare. Invece siamo stati bravi, non abbiamo perso la testa e abbiamo iniziato a rosicchiare punti».
Calzedonia si è complicata un po’ la vita però in queste ultime partite, contro Sora, Siena e Ravenna. «Ci sono anche gli avversari», ricorda, «non dimentichiamolo. Ravenna per esempio ha iniziato a battere bene costringendoci a giocare con palla alta e ha un gran bel muro con Rychlicki e Russo, due belle bestie. E non era per niente facile mettere giù la palla. Però, ripeto, siamo stati bravi, veramente bravi».