Di Redazione
Chi pensa a Cuneo pensa ai giorni gloriosi quando la squadra piemontese calcava il palcoscenico della massima serie e portava a casa trofei su trofei con grandi campioni al suo interno. E il sogno di molti è riportarla in Superlega, come Wagner Pereira Da Silva, opposto classe 1993 di Mar de Espanha, come lui stesso ha dichiarato nell’intervista rilasciata al quotidiano Corriere Torino.
A Cuneo ha portato muscoli e sorriso: «Ho iniziato a giocare a pallavolo a scuola, avevo provato con il calcio ma all’epoca ero piccolino e facevo fatica a emergere. Pian piano mi sono appassionato, rimasi folgorato dalla finale olimpica vinta dal Brasile nel 2004, ad Atene, proprio contro l’Italia».
Wagner veste la maglia numero 10 ma non è sempre stato così: «Nelle giovanili del mio Paese indossavo la maglietta numero 9, come quella del mio idolo, Andrè Nascimento, ha giocato anche a Modena. Quando sono arrivato in prima squadra sia la 9 sia la 6 erano occupate, mi proposero la 10. Non ero proprio entusiasta ma feci una gran stagione e da allora è il mio numero».
Wagner è al suo quarto campionato in Italia, i primi due li ha giocati in Toscana, a Santa Croce, la stagione scorsa era a Bergamo. «Se penso alla cosa che preferisco in Italia, dico il cibo. Ogni regione ha un piatto tipico, come un dialetto. Amo la parlata stretta italiana. Mi hanno insegnato un po’ di toscano prima, poi un po’ di bergamasco, ora qualche parola in piemontese, come “anduma”. All’inizio non conoscevo Cuneo però mi sono ambientato e sento che la gente mi vuole bene e mi ha accolto con calore. Così due parole al supermercato, dal macellaio, dai ragazzi della frutta e verdura. Tutto aiuta a integrarmi anche in un momento difficile come questo».
Il rapporto con il gruppo Cuneo Volley si è subito fatto molto forte. «Senza dubbio, sia con gli altri giocatori che con il coach, Serniotti, il preparatore atletico e tutti coloro che lavorano ogni giorno per la crescita della società».
Che avanza in linea con i programmi di ciascuno. «Direi che sono gli stessi. Quello più immediato è raggiungere la finale di Coppa Italia. Guardando ancora più in là mi piacerebbe contribuire a riportare Cuneo nella massima serie, in Superlega. Il segreto è la fiducia reciproca tra noi giocatori e questa la sento. Quando sono in battuta sanno che possiamo operare dei mini-break e cerco di dare il massimo per farlo, provando di mettere in difficoltà la ricezione avversaria per poi poter essere più efficaci a muro o in fase di contrattacco».