Di Roberto Zucca
Si è fatto trovare pronto ed ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai detrattori della pallavolo italiana, che pensavano non ci fossero più schiacciatori di nuova generazione. Daniele Lavia è il nuovo che avanza.
“In realtà i giocatori ci sono. Bisogna semplicemente dare ai giovani la possibilità di giocare ed esprimersi. Ci sono atleti giovani, anche più di me, che scalpitano per dimostrare ciò che hanno imparato nelle giovanili. A me è semplicemente stata data la possibilità e non me la sono lasciata sfuggire”.
Sembra essere la sua stagione. E Ravenna talvolta appare essere Lavia dipendente.
“Non esageriamo. Faccio il mio in una squadra nella quale ci sono molti elementi validi, penso a Cavuto o a Cortesia che sono tra i più giovani. Per quanto riguarda la mia stagione, sto facendo bene, e ne sono felice. Speriamo di continuare con questo ritmo”.
Che obiettivi si è posta Ravenna?
“Lavorare bene e arrivare ai playoff cercando di giocarsi tutte le proprie carte. Bonitta sta cercando di far emergere il massimo da ognuno di noi e la classifica per ora dice che stiamo andando bene. Abbiamo ancora scontri diretti molto importanti con le pretendenti ai playoff. Dovremo giocarcela bene sin dalla prossima settimana”.
Quale è l’arma in più di questa Consar?
“Muro e difesa. Quando il lavoro è impostato bene riusciamo a lottare con qualsiasi squadra, indipendentemente da classifica o elementi individuali. Questo credo sia il differenziale”.
Lavia a Tokyo 2020. Sogno o realtà?
“Speranza. Sto lavorando per questo e spero di esserci. È il sogno di ogni persona che inizia a giocare a pallavolo quello di calcare un palcoscenico del genere”.
Le capita di fantasticare su come possa essere?
“Giannelli mi ha raccontato della bellissima atmosfera che si respira. Quell’atmosfera che ti mette in contatto con tante persone che fanno il tuo stesso lavoro a quei livelli. E in quel clima ti capita di essere a contatto con gente come Nadal, Phelps. Persone che fanno un’altra cosa ma che guardi in tv appena puoi”.
Sognava questo quando da Rossano ha esordito a Corigliano?
“Ho iniziato per caso. Volevo essere un calciatore. Poi i miei fratelli giocavano tutti a pallavolo, che era uno sport che potevo praticare in palestra anche in inverno. Ho provato, ci ho creduto. Mi è piaciuto ed eccomi qui”.
Le manca Rossano? So che siete una famiglia molto unita.
“La mia famiglia appena può mi raggiunge ovunque gioco. Se ci penso ho nostalgia dei ricordi che sono sempre vividi. Adesso tutti gli amici hanno lasciato casa per tentare fortuna altrove”.
Si dice che nella prossima stagione anche lei proverà a tentare fortuna in altri club. Sogna il grande palcoscenico?
“Troppo presto per parlarne. Prima concludiamo bene questa stagione a Ravenna. Tutti sognano la grande squadra e il grande club, spero ce ne sia l’occasione. Per ora è futuro. Io penso al mio presente qui a Ravenna”.