Di Redazione
Non ha ancora compiuto 40 anni Daniele Santarelli, ma nella sua bacheca da allenatore dell’Imoco Volley Conegliano ci sono già ben 10 trofei: da sabato anche quello più importante o quantomeno più sentito, la Champions League. “Mi sento privilegiato e fortunato – dice il tecnico a Mirco Cavallin per La Tribuna di Treviso – aver vinto anche la Champions è stato importante per quello che la società ha fatto in questi anni. Sentivo responsabilità e fiducia, che avevo solo parzialmente ripagato con le altre vittorie“.
Difficile però immaginare un bilancio del genere: 64 partite in stagione, 64 vittorie. “Sapevamo di avere in mano una Ferrari – commenta Santarelli – ma nemmeno noi ci aspettavamo di fare così bene: tutti speravamo di vincere tutto, ma forse non in questo modo. Per questo sono orgoglioso di essere ancora l’allenatore di questo club“.
Il batticuore, nella sfida decisiva, non è comunque mancato: “Io a Guidetti e al suo staff avevo detto che mi auguravo di finire al tie break – rivela l’allenatore gialloblu – per le capacità e il tasso tecnico delle due squadre, per il tanto pubblico che ci ha seguito da casa e per il mondo del volley. Gli errori non sono mancati da entrambe le parti, non di sicuro l’adrenalina e le emozioni che solo una finale di questo livello può regalare“. E poi il coach ricorda l’episodio già rivelato in diretta del Video Check decisivo chiamato di sua iniziativa, contro il parere delle giocatrici.
L’ultimo pensiero va a Kimberly Hill, alla sua ultima gara con l’Imoco: “È il prototipo dell’atleta che ogni allenatore vorrebbe avere. Io ho iniziato con lei in squadra e sapere che a ottobre non sarà più con me è un dispiacere. Se ne va un pezzo del mio cuore“. Poi Santarelli si concentra sull’estate alla guida della nazionale della Croazia e sorride: “Tornerò a capire cosa vuol dire perdere…“.
