Di Redazione
La Lega Pallavolo Serie A Femminile sta per conoscere il suo futuro: domani, lunedì 8 giugno, si terrà l’assemblea elettiva che decreterà il nuovo presidente e la composizione del nuovo Consiglio di Amministrazione. La campagna elettorale è stata aspra, con diversi botta e risposta tra i due candidati Mauro Fabris e Roberto Ghiretti e i rispettivi sostenitori. Alla vigilia del voto, abbiamo chiesto ad Alessandra Marzari, vicepresidente uscente, un’opinione sui principali temi trattati e sui fattori che la porteranno a supportare un rinnovo del mandato di Fabris.
“Innanzitutto questa campagna elettorale ha arrecato qualche dispiacere – spiega Marzari – perché è stata ingaggiata con una modalità molto divisiva, che credo nuocerà in generale. Abbiamo già visto una Lega poco compatta in occasione del contrasto con la Federazione, quando è stata decretata la chiusura dei campionati senza la presenza dei due presidenti al Consiglio Federale. E poi alcune asprezze nei confronti del CdA mi hanno fatta rimanere male: in particolare, insinuare che i club presenti in consiglio prendano decisioni a favore di se stessi è un’accusa pesante, e chi ha fatto il suo lavoro con lealtà non può che scandalizzarsi per una vera e propria menzogna“.
Quali sono secondo lei le principali differenze tra i programmi dei due candidati?
“Sicuramente la prima, e la più evidente dai confronti, è la diversa modalità di vivere il consorzio. Da una parte c’è Ghiretti con un approccio molto centrato sulla Serie A1 e sulla nazionale, dall’altra Fabris, legato all’idea che la Lega debba essere un consorzio unito, con uguali attenzioni da distribuire tra A1 e A2. L’idea di equiparare la A2 alla massima categoria nazionale per alcuni aspetti, come ad esempio la possibilità di accedere gratuitamente alla produzione tv, è un modo concreto di esternare questo pensiero“.
La relazione con la Fipav è un punto dolente…
“I rapporti con la Federazione sono stati spesso difficili e burrascosi e chi è stato in consiglio lo sa, anche se ultimamente si sono trovate delle buone condizioni. Per questo penso che sia importante avere un presidente libero: non credo che chi guida la Lega debba avere delle situazioni di interesse, come advisor o come consulente, con la Federazione, perché questo automaticamente rende meno liberi e credo sia molto facile da capire. La gestione della relazione con la Fipav deve partire da una reciproca riconoscenza di valori di ambedue le parti, ma deve anche avvenire con una certa fermezza“.
Si è dibattuto molto anche sulle media partnership, lei cosa ne pensa?
“Conosciamo tutti il momento di difficoltà che stiamo vivendo, ci sono sicuramente delle situazioni critiche e lo sapevamo. Abbiamo lavorato per cambiare l’approccio alla nostra ricerca di un media partner per vendere i diritti televisivi. Puntiamo a trovare un partner che ci aiuti a migliorare la qualità del nostro prodotto e a monetizzare la nostra fan base, portando la nostra pallavolo in tutto il mondo“.
Qual è il suo punto di vista sulla futura strategia di comunicazione e marketing?
“Questo tema mi è molto caro, ed è parecchio che ne discutiamo. Sicuramente va un po’ di pari passo con il tema della trasformazione digitale, che è ben presente nel programma di Fabris ed è essenziale per la crescita. Dobbiamo sganciarci un po’ dagli schemi classici e trovare, attraverso i dati, un altro modo di ‘vendere’ la pallavolo. Personalmente penso che, oltre all’advisor esterno, sarebbe davvero di grandissimo aiuto avere una figura dedicata al marketing all’interno della Lega. Questo rientra un po’ nel progetto di managerizzazione della Lega, che non dovrebbe essere un pensiero del solo CdA, ma condiviso tra tutte le società della Lega. Con queste premesse, pensare a una partnership con un quotidiano cartaceo come risorsa primaria della comunicazione è davvero un po’ riduttivo, bisogna fare ben altro. Il futuro della comunicazione non passa solo da lì“.
In conclusione, cosa si aspetta da queste elezioni?
“Mi aspetto che chi vincerà tenga fede a quello che ha scritto nel programma, e in questo senso quello di Fabris è un po’ più impegnativo. Spero poi che il tema del ricongiungimento sia primario: bisogna chiudere questo momento di divisione tra i club, vissuto anche senza grande savoir faire. Credo che non ci siano dubbi su chi voterò, ma l’importante sarà mettere la parola fine a queste divergenze, in modo che il futuro CdA abbia le energie e le capacità per portare avanti tutti i punti“.