Eliminati gli Stati Uniti in tre set, l’Italia di forza in semifinale di VNL

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Al cospetto dei 10mila spettatori dello Huamark Stadium di Bangkok, l’Italia non lascia scampo agli Stati Uniti e vola in semifinale di VNL femminile questa volta senza perdere neanche un set (25-21, 25-21, 25-23).

Una prestazione di grandissima sostanza da parte delle azzurre, brave e soffrire in avvio di tutti e tre i set salvo poi uscire dalle difficoltà giocando di squadra i primi due parziali e facendosi prendere per mano poi da Paola Egonu nel terzo.

L’opposta azzurra chiuderà il match da top scorer con 20 punti a referto e un buonissimo 47% in attacco, in doppia cifra anche Sylla con 10. Positiva ancora una volta la prova di Fahr (9 punti totali, 4 a muro), confermata titolare al fianco di Danesi (5). Dall’altra parte della rete la best scorer delle americane è Skinner (11 punti), seguita dalla solita Washington (9 con 3 muri), le uniche due in grado di mettere in difficoltà oggi le azzurre, ma solo in alcuni momenti del match.

La chiave della partita è stata senza dubbio la fase muro-difesa su entrambi i lati del campo, ma d’altronde ad affrontarsi oggi erano forse i due reparti di centrali più forti al mondo. Alla fine si contano 10 muri punto a 6 per l’Italia che i muri vincenti li ha trovati con ben cinque giocatrici diverse al contrario delle avversarie che li hanno stampati solo con tre.

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SESTETTI – Julio Velasco rilancia titolare Bosetti in coppia con Sylla in posto 4 e conferma dall’inizio Fahr al centro con Danesi, per il resto lo starting six azzurro vede come sempre Orro in regia opposta a Egonu e De Gennaro libero. Dall’altra parte della rete Kiraly lascia in panca Thompson e schiera Drews in diagonale con la palleggiatrice Carlini, Skinner e Larson in banda, Rettke e Washington al centro, Wong-Orantes libero.

1° SET – Larson passa sopra il muro azzurro e firma il primo punto di questo quarto di finale. A risponderle a tono (101 km/h) è Paola Egonu. In diagonale stretta va a segno anche Skinner, poi Sylla si fa murare da Washington e l’Italia è già costretta a inseguire (1-4), ma le azzurre non si perdono d’animo e con un gran muro di Danesi su Skinner rimediano all’istante chiudendo un mini parziale di 3-0. L’altro muro stampato da Sylla su Drews lancia un messaggio incoraggiante perché la numero 11 statunitense è giocatrice che può metterci davvero in grande difficoltà.

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Finalmente mettiamo il naso avanti con un ace di Egonu che pizzica la linea di fondo in zona di conflitto (9-8). Sylla si fa murare ancora da Rettke ma nell’azione successiva mira ai polpastrelli del granitico muro USA e trova un gran mani-out. Per ora è questa la chiave del match, gli attacchi da posto 4 sia per l’Italia che per gli Stati Uniti, perché sia le nostre che le loro bande si ritrovano sempre contrastate da muri a due di valore assoluto.

Strappiano ancora con Egonu che in parallela ci porta sul +3 (17-14). Doppio cambio per Kiraly, dentro Thompson ed Hancock, ma il nostro vantaggio aumenta (20-16). Doppio cambio anche per Velasco (Antropova e Cambi). Antropova e Fahr alzano le barricate su cui va a sbattere Larson e i punti di vantaggio diventano cinque (22-17), peccato però che gli USA piazzino un parziale di 0-3 costringendo Velasco a chiamare il suo primo timeout della partita. Fahr e Antropova ci portano a un centimetro dal traguardo che alla fine superiamo grazie a Rettke che tira larghissimo in jump float dai nove metri (25-21).

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2° SET – Gli Stati Uniti continuano a prendere di mira Sylla e Bosetti dal servizio, tanto che De Gennaro è a quota zero ricezioni nel match. Scelta ovviamente logica da parte delle ragazze di Kiraly, che mettendoci in difficoltà non consentono a Orro di giocare molto con le centrali. Subiamo un break in avvio ma Egonu ristabilisce prima l’equilibrio ai 3 e poi consente alle azzurre di mettere anche la freccia con un attacco e un muro vincente (5-3), ma c’è da lottare: gli USA si riaffiancano ai 6 e poi spostano ancora l’ago della bilancia (6-8).

Larson continua a sbattere sulle mani azzurre e alla fine Kiraly la sostituisce con Robinson-Cook quando il segnapunti recita 11-11. Dal canto suo l’Italia continua a non essere troppo ordinata e reattiva in difesa, cosa che continua a sottolineare anche Velasco durante il timeout. La risposta è un’azione che vede due recuperi da incorniciare da parte di Egonu e Bosetti e poi il solito muro di Danesi, questa volta su Thompson (14-14).

Dentro Giovannini per Bosetti e grazie ancora ai punti di Egonu troviamo un break importante nelle battute finali del set (20-16): secondo timeout chiamato da Kiraly. Rally point infinito, Giovannini recupera in tuffo almeno quattro volte e alla fine è Egonu a trovare il mani-out vincente (21-18). Doppio cambio per Velasco. Il “cameriere” all’indietro da poster di Carlini vale il -2 per gli USA, ma le azzurre sgasano ancora negli ultimi metri e si aggiudicano anche questo set con il punto esclamativo finale di Antropova (altro 25-21).

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3° SET – Avanti due set a zero ora l’Italia deve trovare la giusta lucidità per chiudere la contesa, ma anche in questo terzo parziale sono ancora le statunitensi ad uscire meglio dai blocchi di partenza (1-3). A questo punto, però, il gioco si ferma per alcuni minuti per venire a capo di un errore di formazione degli USA del quale alla fine si autoaccusa Kiraly. L’Italia riparte a mille e ribalta la situazione (6-3, 9-5). Dentro Ogbogu per Rettke al centro della rete degli States.

Egonu sale di giri e mette palla a terra sia in diagonale che in parallela, le americane accorciano con la fast di Washington (12-10) ma tornano sotto di quattro in virtù della pipe tirata dritto per dritto da Thompson. Egonu a questo punto sgancia la sua bomba preferita, diagonale strettissima a 103 km/h con palla attaccata a 2.99 metri d’altezza e sul volto di Paola si disegna un sorrisone che è un segnale chiaro per le avversarie: oggi non ce n’è!

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Dentro Degradi per Bosetti. Avanti 18-15 Velasco in timeout chiede alle sue di non perdere la testa quando ricevono male. Doppio cambio azzurro e ci ritroviamo nuovamente sul 20-16 esattamente come accaduto nel primo e nel secondo set. Break Usa con Skinner, Washington ferma Sylla a muro e Velasco ferma ancora il gioco: “Queste palle non ce le possono murare così, sul bagher alto non tiriamo sulla centrale ma sulla giocatrice di posto due. Non voglio ripeterlo più”.

Skinner diventa una spina nel fianco (21-20), tornano in campo Egonu e Orro, con l’opposta azzurra che ci porta subito al match-point. Orro difende alla grande su un primo tempo di Ogbogu, Egonu alza per Bosetti che però spara out (23-24). Bernardi in panchina chiede il challenge per un tocco a muro, ma il video check conferma l’errore. Robinson-Cook serve una jump-float profondissima tenuta magistralmente da Sylla, De Gennaro alza per Egonu che però non chiude. Confusione in difesa degli Stati Uniti che la rimandano di là con un pallonetto dolce di Skinner, ricostruiamo questa free-ball ancora sull’asse De Gennaro-Egonu e questa volta Paola scarica a tutta potenza trovando il mani-out della vittoria.

È una grande, grandissima Italia quella che sabato affronterà in semifinale la vincente di Polonia e Turchia.

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Italia – USA 3-0
(25-21, 25-21, 25-23)
Italia: Bosetti 4, Fahr 9, Orro, Sylla 10, Danesi 5, Egonu 20, De Gennaro (L). Antropova 3, Cambi, Giovannini, Degradi. N.e: Bonifacio, Lubian, Spirito (L). All. Velasco
USA: Carlini 3, Larson 2, Rettke 7, Drews 3, Skinner 11, Washington 9, Wong Orantes (L). Cook 6, Thompson 8, Hancock, Ogbogu 5. N.e: Hentz, Stevenson, Lanier. All. Kiraly
Arbitri: Myoi Sumie (JPN) e Simonovska Sonja (MNE). 
Durata: 21’, 23’, 27′. 
Italia: 1 a, 5 bs, 10 mv, 13 et.
Usa: 3 a, 9 bs, 6 mv, 24 et.

Di Giuliano Bindoni

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Francesca Piccinini candidata a entrare nella International Volleyball Hall Of Fame: come votarla

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La International Volleyball Hall of Fame (IVHF) ha annunciato i 24 nomi candidati a entrare per sempre nell’Olimpo della pallavolo mondiale, tra cui verranno votati i componenti della “Classe 2025”. La lista delle giocatrici finaliste della categoria “indoor” include anche un’icona assoluta del volley italiano e mondiale: Francesca Piccinini. Nella stessa categoria ci sono la peruviana Rosa “China” Garcia, la cinese Zhang Rongfang, la brasiliana Fabiana “Fabi” Oliveira e la serba Milena Rasic.

L’ex campionessa azzurra, ritiratasi dalla pallavolo giocata nel 2019, ha rappresentato l’Italia contribuendo a scrivere molte delle pagine storiche del volley azzurro, tra le quali spiccano: il trionfo al Mondiale 2002, la vittoria della World Cup 2007 e l’oro all’Europeo 2009. In totale sono 503 le presenze in azzurro.

Francesca Piccinini ha già ricevuto nel 2022 un prestigioso riconoscimento alla sua carriera: è stata inserita nella Hall of Fame della pallavolo italiana. La Commissione, presieduta dal presidente federale Giuseppe Manfredi, in occasione del ventennale, ha infatti votato l’ingresso nella Hall of Fame della squadra che scrisse, con il successo del titolo iridato a Berlino, una delle pagine più leggendarie della pallavolo italiana.

È possibile votare fino al 14 aprile attraverso il sito ufficiale della IVHF (QUI). I risultati delle votazioni online contribuiranno alla definizione della lista finale dalla quale la giuria internazionale selezionerà i nuovi membri, che verranno annunciati il prossimo 18 maggio. La cerimonia, come da tradizione, è in programma il 18 ottobre 2025 nella città di Holyoke (Stati Uniti), luogo di nascita della pallavolo.

foto IVHF

(fonte: FIPAV)