Di Stefano Benzi
Era una partita che poteva anche mettere paura a un gruppo ricostituito, relativamente giovane e reduce da una esperienza certo non positivo nella fase finale della World League: occorreva un approccio più tonico e sicuramente serviva quella continuità che non si era vista contro la Germania. Repubblica Ceca sulla carta inferiore, certo: ma tutti sappiamo che la carta serve a scrivere e anche ad altro. La carta nello sport e nelle partite decisive non esiste. Senza contare che Finger fa paura per la sua potenza e per la sua precisione in attacco. La palla stavolta è un pochino più pesante…
1° SET – La frazione si gioca su un estenuante gioco di cambi palla che vede la Repubblica Ceca un pochino più aggressiva degli Azzurri che commettono anche qualche errore al servizio di troppo. Giannelli divide per bene le responsabilità appoggiandosi ora su Lanza, ora su Vettori ora anche al centro dove il muro ceco si muove con più pesantezza. In questo stillicidio di punticini e di minibreak che vede l’Italia sempre a inseguire la svolta arriva al 39esimo rally: un ace, un bell’attacco di Lanza e l’Italia si ritrova avanti di due punti. Stavolta è la Repubblica Ceca ad avere il fiatone: l’Italia è la prima ad avere i set point e psicologicamente è un grande vantaggio. Quello vincente è il terzo che arriva su un ace di Giannelli, reduce da un’alzata impressionante su Lanza sul rally precedente. Eccolo qui, quel carattere di cui si parlava.
2° SET – La narrativa del secondo set non è molto lontana da quella del primo, solo che in questo caso è l’Italia a complicarsi un pochino la vita. Inizia il solito botta e risposta sui cambi palla: l’Italia prima subisce, poi spinge, arriva a poter gestire un vantaggio di quattro punti ma sul più bello, quando è il momento di chiudere, balbetta. Un peccato, perché il contrattacco italiano finalmente stava funzionando. Alcune imprecisioni evitabili allungano la serie di set-point, tutti a favore dell’Italia: Giannelli nella parte più estrema del set, all’ennesimo punto set da concretizzare si affida a chi conosce meglio, Lanza, e il punto decisivo finalmente entra.
3° SET – Anche il terzo set è una copia carbone dei precedenti, con l’Italia che si prende la responsabilità di condurre il gioco e mostra quel desiderio di chiudere il match che con la Germania era inspiegabilmente venuto a mancare. C’è ancora qualche errore, qualche sbavatura: ma soprattutto ci sono gli avversari che non perdonano nulla e si dimostrano estremamente fisici e reattivi. L’Italia è costretta ancora una volta a ricorrere agli extra-rally: due match point, il primo vola via su errore in battuta il secondo libera tutta l’ansia che c’era e che diventa gioia. Per una squadra che si è dimostrata esattamente quello che si voleva che fosse: una squadra di combattenti, mai doma, attenta e ben quadrata. Ora si va al knock-out game contro la Turchia, mercoledì a Katowicze: nulla è impossibile.