È l’anno della verità per la nazionale maschile di Fefè De Giorgi: dopo i trionfi del biennio 2021-2022 e le parziali delusioni del 2023, ora gli azzurri sono chiamati a cimentarsi con le Olimpiadi, croce e delizia della nostra pallavolo. E, prima di tutto, ad arrivarci, come sottolinea il CT in occasione della presentazione della stagione a Milano: “Le aspettative sono quelle di fare il massimo, abbiamo 12 partite di VNL per raggiungere questa qualificazione. La posizione nel ranking è soddisfacente, perché siamo la prima squadra non qualificata, ma questo non significa niente di matematico: ci dobbiamo mettere lì partita dopo partita, anche perché credo sia importante guadagnarsi i Giochi in tempi non lunghissimi, poi se ci sarà bisogno di tre settimane lo faremo. Per come è strutturato, il ranking non ti lascia modo di programmare troppo, perché è troppo variabile, quindi partiremo subito con la squadra migliore possibile“.
Ancora una volta De Giorgi dovrà fare i conti con un gruppo molto stanco al termine di una stagione estenuante: “Per un allenatore della nazionale la coperta è sempre corta – commenta il CT – se tiri da una parte scopri dall’altra. Bisogna solo capire quali sono le situazioni migliori e quali utilizzare strategicamente, la situazione ideale non ci sarà mai. Man mano che i giocatori arrivano e cominciano a lavorare li valutiamo; ho lasciato loro qualche giorno di riposo, ma in questa prima parte non sono tanti, perché mi auguro di poterne darne qualcuno dopo, prima delle Olimpiadi. Però porteremo sicuramente i giocatori che sono in grado di fare bene, non ha senso convocare un giocatore anche di nome se non è in grado di dare il suo contributo“.
“L’idea è – ribadisce De Giorgi – è quella di portare la squadra migliore da subito, in base alle condizioni dei giocatori. Noi ora stiamo monitorando la condizione di Daniele Lavia, che ha avuto un problema agli addominali: sta rientrando, vedremo come starà nella finale di Champions. Però non ci può essere, come negli altri anni, la programmazione di far crescere i giovani e dar loro più spazio: questa è una cosa che si potrebbe fare dopo, a qualificazione acquisita. Magari nella terza settimana, o se ci dovesse essere una Final Eight, si potrebbe pensare a un cambio o a una rotazione“. Un punto di vista diverso da quello del collega Julio Velasco, che invece ha dichiarato di voler utilizzare le titolari fino alla fine della competizione.
In conclusione il CT dice la sua sul campionato appena concluso: “La Superlega è stata molto interessante, sono arrivate tante indicazioni buone, qualcuna così così, qualcuna brutta. Però il nostro è sempre un campionato qualificante, che devi sempre giocare e ti dà molta esperienza di campo, anche giocando in squadre medie o di bassa classifica. Ci sono state buone cose, come i ragazzi molto interessanti che hanno giocato a Padova, Davide Gardini e Luca Porro, o lo stesso Alessandro Bovolenta in A2“. Un nuovo Yuri Romanò? “Gli opposti io li prendo in A2, avevo un problema da bambino con quelli di A1… – ride De Giorgi – certo, la storia è simile, è un ragazzo che ha grandi qualità, ma dipende sempre da lui continuare a crescere“.
di Eugenio Peralta