Si apre nel migliore dei modi la corsa dell’Italia nei Campionati Europei femminili: le azzurre celebrano degnamente la superba cornice dell’Arena di Verona battendo con un netto 3-0 la Romania nella partita inaugurale della rassegna continentale. Un esordio sul velluto per le detentrici del titolo, in una partita che farà discutere soprattutto per la nuova tappa della “rivoluzione” operata da Davide Mazzanti: il CT azzurro, infatti, lascia in panchina la stella Paola Egonu e fa debuttare come opposta titolare Ekaterina Antropova, a pochi giorni dall’ottenimento della cittadinanza italiana. Fiducia ripagata dall’opposta di Scandicci con una buona prestazione: 13 punti, 58% in attacco, un ace e un muro.
Dal punto di vista tecnico la gara non riserva grandi motivi d’interesse, a parte quelli dettati dall’adattamento all’inconsueta location all’aperto. Troppo leggera la Romania, nonostante l’innesto di una fallosa Inneh, per impensierire un’Italia che si dimostra solida in ricezione, il fondamentale più temuto alla vigilia (58% di squadra, ottima Sylla) e abbastanza precisa in attacco. In crescendo anche il servizio, penalizzato da troppi errori in avvio.
Tra le singole – tutte schierate dal CT almeno per un punto – eccezionale l’impatto di Alice Degradi, autrice di 12 punti in poco più di un set (67% in attacco); molto bene anche Marina Lubian, solo 2 punti invece per una Elena Pietrini lontana dalla forma migliore, almeno in attacco. Da monitorare la reazione all’esclusione di Paola Egonu, schierata soltanto per un doppio cambio nel primo set; l’opposta è apparsa visibilmente scontenta, nonostante i tentativi delle compagne (e dell’amica Francesca Piccinini) di rincuorarla.
Italia e Romania si trasferiranno ora a Monza, dove domani la Pool B proseguirà con le sfide tra Svizzera e Bosnia Erzegovina e tra Croazia e Bulgaria. Sempre mercoledì prenderà il via anche la pool di Tallinn (Estonia), mentre bisognerà aspettare giovedì 17 per quelle di Dusseldorf e Gand. Le azzurre, invece, torneranno in campo nell’Arena monzese venerdì 18 agosto contro la Svizzera e sabato 19 contro la Bulgaria.
LA CORNICE – È uno spettacolo strepitoso, al di là di tutti i possibili inconvenienti logistici e climatici, quello che attende le due protagoniste della partita inaugurale degli Europei: il centro di Verona si colora di azzurro in attesa della nazionale e l’Arena è addobbata a festa per un evento destinato a restare nella storia. Colpo d’occhio straordinario e boato del pubblico – 8800 spettatori presenti – all’ingresso di Sylla e compagne; il prepartita è animato anche da una giocatrice di Serie A, Beatrice Negretti, nell’inconsueta veste di presentatrice. Grande emozione per gli inni nazionali cantati, nel tempio della lirica, dai tenori Fabio Armiliato e Alexandru Nagy.
I SESTETTI – Mazzanti smentisce le ipotesi dalla vigilia lasciando in panchina sia Egonu, sia Nwakalor, e mandando in campo Ekaterina Antropova come opposta titolare. Il resto del sestetto è quello atteso, con Orro in palleggio, Danesi e Lubian centrali, Sylla e Pietrini schiacciatrici e Fersino libero. Per la Romania ci sono Axinte in regia, Inneh come opposta, Ioan e Virlan al centro, Buterez e Ungureanu in posto 4, Albu libero.
1° SET – Si inizia subito con tre errori di Inneh e Ungureanu a facilitare il primo break azzurro (4-1); Lubian allunga sul 6-2 e Naranjo Hernandez ferma il gioco. Ancora la centrale piemontese, però, firma l’attacco dell’8-3 e l’ace del 10-5, e la collega di reparto Danesi mette giù il primo muro azzurro (13-7). Sempre Danesi forza in battuta e propizia il 15-8; entrano Bosio ed Egonu per il doppio cambio. La Romania accorcia sul turno di battuta di Buterez (dal 18-11 al 18-14), ma il vantaggio azzurro resta ampio. Degradi entra per Pietrini e va subito a segno (21-15), poi si procura 6 set point; chiude al secondo tentativo Sylla (25-19).
2° SET – Sestetti confermati rispetto al primo parziale. L’avvio è in equilibrio (4-4), ma poi l’Italia piazza due muri consecutivi con Danesi e Antropova (8-5) e il CT rumeno è costretto al time out. Al rientro Sylla firma il più 4; senza palleggiatrice in campo (dentro Nwakalor per Orro) le azzurre volano fino al 14-7 sul servizio di Antropova, autrice anche di un ace. Danesi mantiene il vantaggio (17-10), Degradi ancora una volta entra e realizza subito un ace (19-11). La Romania ha un sussulto sulla battuta di Ungureanu, che firma il servizio vincente del 20-15: Mazzanti si gioca il suo primo time out. Arriva anche il muro di Inneh su Sylla per il 21-17, ma il set è ormai segnato: Degradi firma altri 4 punti, tra cui quello che chiude il parziale sul 25-19.
3° SET – Degradi confermata in campo, ma al posto di Sylla; tra le avversarie Roman sostituisce Ioan. La Romania conquista il primo vantaggio della sua partita grazie a un errore di Danesi (0-2) e piazza anche il muro del 3-5 con Buterez, ma le azzurre ribaltano il risultato sul servizio di Lubian (7-5) ed è time out. Gli errori di Degradi e Pietrini tengono il set in equilibrio (9-9). In campo Nwakalor e Bosio, il nastro aiuta Degradi per l’ace del 14-12; poi proprio Nwakalor ingrana la marcia con tre punti consecutivi tra attacco e muro (17-13), grazie anche all’ottimo servizio di Lubian. Dopo il time out rumeno la centrale infila anche l’ace del 18-13 e l’Italia dilaga: dal 20-15 al 24-15 con Antropova. Dopo gli esordi di Omoruyi e Parrocchiale, la parola fine la scrive l’errore di Inneh (25-15).
Italia-Romania 3-0 (25-19, 25-19, 25-15)
Italia: Lubian 8, Degradi 12, Bosio, Fersino (L), Orro, Danesi 6, Pietrini 2, Nwakalor 4, Sylla 6, Egonu, Squarcini, Parrocchiale (L), Omoruyi, Antropova 13. All. Mazzanti.
Romania: Ariton ne, Veres (L), Buterez 5, Ioan 2, Albu (L), Inneh 7, Radu ne, Axinte 1, Matei ne, Roman, Miclaus, Virlan 2, Ungureanu 12, Zadorojnai ne. All. Naranjo Hernandez.
Arbitri: Boulanger (Belgio) e Koutsoulas (Grecia).
Note: Spettatori 9358, incasso 298.754,50 euro. Italia: battute vincenti 6, battute sbagliate 12, attacco 51%, ricezione 58%-35%, muri 4, errori 24. Romania: battute vincenti 1, battute sbagliate 13, attacco 28%, ricezione 46%-33%, muri 3, errori 24.
di Eugenio Peralta