Filippo Federici: “Vestire la maglia di Modena per me è un sogno”

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Non potevo non chiedergli cosa ha significato per lui, qualche settimana fa, entrare con il borsone firmato Valsa Group Modena all’interno del PalaPanini. Sì, perché a ventidue anni, e dopo una lunga gavetta nonostante la giovane età, Filippo Federici sarà il libero a cui Modena si affiderà per tornare in alto, dove meritano una società e una piazza così innamorate del volley da sempre:

Be’, il momento l’ho sentito. È inevitabile che la prima volta in cui si entra qui non da avversari, si pensi se stia capitando davvero. Modena è davvero una piazza ambitissima e vestire questa maglia è un sogno per me“.

Cosa ha respirato in questi primi giorni? La sensazione è che si può far bene.

Quando entri negli spogliatoi e ti trovi con Stankovic e Juantorena un pochino ti viene da pensarlo. Ma è troppo presto per parlare di sensazioni, perché abbiamo cominciato a ranghi ridottissimi, dato che molti di noi sono impegnati con le varie nazionali. Credo che sia prematuro pensare a quale sarà il destino di una squadra che non si è ancora formata, ma siamo tutti contenti di farne parte“.

Filippo Federici Valsa Group Modena
Foto Modena Volley

Per ciò che riguarda la sua stagione, la sensazione è che sia una stagione importante. Una sorta di spartiacque.

Preferisco non pensarci troppo, perché è molto facile entrare in un turbinio di emozioni da cui si rischia di rimanere travolti. Mi rendo conto che è certamente una stagione in cui mi si richiede di fare un bel salto. Mi sono confrontato con Petrella e abbiamo una visione comune in merito alla pallavolo. C’è sicuramente da lavorare. Devo lavorare tanto io in primis. Ma assieme alla squadra abbiamo già capito la strada che ci troveremo davanti e sarà da fare“.

Con i compagni l’abbiamo vista andare a tifare l’Italia agli Europei.

Sì, abbiamo organizzato una macchinata e siamo andati a trovare tutti gli amici. Ho condiviso l’estate con loro e sono felice di poterli dare supporto“.

Filippo Federici Valsa Group Modena Beach Volley
Foto Modena Volley

Cosa pensa quando vede quella festa che si genera in un Europeo italiano?

Penso a ciò che si prova ritrovandosi sul campo da gioco. Si avverte certamente una fortissima emozione. Prima degli Europei vinto dall’Italia dovetti rinunciare alla nazionale a causa dell’infortunio al polso. È stata dura, ma loro sono stati fortissimi e hanno portato la mia maglia sul podio. E ancora, ho potuto prendere parte alle giornate con Draghi e con Mattarella, che ricordo sempre con molto piacere. Mi sento parte di quel gruppo, e il pensiero di lavorare per giocarsi un giorno la possibilità di vivere un momento simile è sempre con me e mi accompagna nel lavoro quotidiano“.

Quanta strada ha fatto da quando era solo un giovanissimo pallavolista di Falconara?

La strada fatta è stata tanta. Tanta gavetta, ma all’inizio giocata con la totale inconsapevolezza di dove si potesse arrivare con la pallavolo. Mi divertivo, mi godevo l’età dei primi campionati nazionali e non avevo quello spirito di dover arrivare per forza. Verso gli anni della maggiore età ho cominciato a realizzare, forse proprio negli anni del Club Italia, che con questo sport avrei potuto togliermi delle buone soddisfazioni. Stava diventando un lavoro, una responsabilità. L’ho colta e in questi anni ho fatto sì che questo fosse la mia priorità“.

Filippo Federici Valsa Group Modena piscina
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Falconara le è rimasta nel cuore?

Sì, sono andato via a 13 anni, ma non appena ho due giorni liberi cerco di incastrare il pranzo con la famiglia, i parenti e la cena con gli amici di sempre. È un posto a cui resto e resterò sempre molto legato“.

Esattamente quanto è legato alla sua compagna Federica Squarcini, nuovo astro nascente della nazionale italiana. Posso chiederle se l’essere tutti e due così proiettati verso la carriera è un valore aggiunto?

Lo stare con Federica mi è di enorme supporto. Avere di fianco una donna che comprende appieno quelle che sono le esigenze e i momenti che si attraversano nel corso dello stesso mestiere credo sia un valore aggiunto. Ci spiace solo essere distanti, io a Modena e lei a Conegliano, ma ognuno è contento per le scelte dell’altro. Credo ci salvi il fatto che non siamo quelli che la sera parlano di pallavolo in videochiamata, ma affrontiamo i discorsi di noi come pallavolisti, e penso sia una grande differenza. Ci diamo una bella mano l’uno con l’altro. E concludo dicendo che sono fiero della strada che si sta costruendo“.

di Roberto Zucca

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Stephen Maar tra passato, futuro, famiglia (si sposa) e Trento: “L’avversaria peggiore, ma…”

Sale in Zucca

Prendi un ragazzo di 22 anni che arriva in Italia, a Padova, direttamente dal Canada. Capisci subito che ha un’energia speciale, fatta più di quello che non è ancora, ma che saltuariamente ti mostra in campo, che di quello che poi sarà il suo vissuto negli anni successivi. Questo ragazzo fa un percorso, articolato tra alcune delle piazze più importanti della Superlega, parliamo di Verona, Milano, Cisterna. Arriva a Monza, gioca dei playoff meravigliosi e una finale Scudetto contro pronostico, tra esplosioni di gioia, rabbia agonistica, palloni che pensi possano saltare per aria e un tormento interiore, che è la sua cifra. 

L’arrivo a Piacenza di Stephen Maar è forse l’ultima fase di questa evoluzione complessa, durata otto anni (per la parentesi russa alla Dinamo Mosca ci arriviamo) e nella quale lo schiacciatore oggi tira qualche somma, un po’ perché a trent’anni tutto appare più chiaro, tutto prende una forma diversa, e forse perché si è pronti per essere ciò che veramente si vuole essere da grandi, con o senza la pallavolo davanti:

“Ho trovato la mia tranquillità, il mio mondo. Per tanti anni sono andato avanti, girando il mondo e vivendo anni molto intensamente. Per la prima volta quest’anno la mia famiglia avrà la priorità rispetto a tutto e in estate voglio spendere un po’ di tempo assieme a loro”.

 
 
 
 
 
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Ha annunciato il matrimonio con la sua compagna Molly Lohman, pallavolista, solo qualche settimana fa. Vi sposerete in Italia?

“Le ho chiesto di sposarci in un pomeriggio sul Lago di Garda. Ma per ora non abbiamo i dettagli precisi anche perché dobbiamo incrociare le agende e i programmi. Adesso che mi fa pensare, sarebbe proprio bello se ci sposassimo in Italia (ride n.d.r.)”.

Anche perché l’Italia è stata la sua fortuna Maar. Ma anche per noi averla nel campionato italiano.

“Un bel viaggio, lungo otto stagioni, che comprende anche la mia parentesi russa. Ho giocato in tantissime città e ho considerato casa ogni luogo in cui sono stato. Ognuno di quei luoghi mi ha lasciato qualcosa, dalle persone, alle esperienze”.

Quella che ricorda per un motivo particolare?

“Credo Cisterna. È stato un anno molto particolare, dopo Milano e prima della proposta di Monza, dove poi ho trascorso tre anni della mia vita. Era un contesto molto piccolo, una città molto vivibile e una squadra capitanata da Fabio Soli e da uno staff, ricordo su tutti Gioele Rosellini, con cui ho lavorato molto bene. La pallavolo era seguitissima ed è stata la prima volta in Italia in cui le persone con cui avevo a che fare nella quotidianità, parlo magari del panettiere o dei ragazzi o ragazze che trovavo al supermercato, poi le ritrovavo sugli spalti a tifare la domenica”.

Si ricorda il Maar di Padova invece? Arrivato con tante novità a Padova? 

“Ricordo una squadra completamente nuova, che fece un inizio di campionato incredibile. Peccato perché poi ci siamo persi durante l’anno. Ma ripeto, la casa per me è ovunque in Italia”.

Ora la casa è Piacenza. Un anno che è stato letteralmente una montagna russa.

“Un anno in cui questo weekend cominceremo un importante semifinale contro Trento, e a cui teniamo davvero molto”.

Dall’arrivo di Travica, Piacenza sembra avere una luce nuova.

“Ogni cambio porta con sé uno scossone, o meglio, una reazione. Il periodo di difficoltà precedente ci ha fatto riflettere e c’è stata come pensavo e dicevo una reazione da parte di tutti. Ora tutti ci crediamo un po’ di più. Certo, Trento è l’avversaria che nessuno vorrebbe ritrovare in semifinale, anche perché è stata la migliore della regular season. Io ora non penso più a chi mi ritroverò di fronte, ma a come lo affronterò”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

La affronterà, mi permetto di dire in una condizione mentale diversa.

“Cosa intende?”

La rivedo in campo con una serenità che non conoscevo.

“Sì, è un bel momento della mia vita”.

Stephen Maar pensava di arrivare fino a qui quando studiava alla McMaster University?

“Non pensavo di avere fino a qui. Ho tanta gratitudine per tutti coloro che mi hanno permesso di fare un percorso, la mia strada. Ho studiato, ho aperto la mente a tutto ciò che mi è stato insegnato e ritrovarmi oggi a questo punto mi rende davvero orgoglioso”.

Di Roberto Zucca