Di Stefano Benzi
Sono fanatico di cinematografia sportiva: credo di aver visto quasi tutti i film che hanno raccontato lo sport e i suoi protagonisti. Dando un’occhiata alla mia solita agenda nella quale annoto tutte le cose che faccio, vedo, sento tra concerti, teatro, cinema e interviste, mi risultano 241 film sportivi. Tra i più straordinari sicuramente “Il Colosso d’Argilla” interpretato nel 1957 da Humphrey Bogart che raccontava l’epopea di un campione di pugilato farlocco sbranato dal sistema degli incontri truccati. Sarà che l’ho visto quando ero bambino e mi impressionò molto, ma non l’ho mai dimenticato. Mi piacciono le storie di pura fiction come “La leggenda di Bagger Vance” interpretato nel 2000 da Matt Damon, Will Smith e Charlize Theron, costruito intorno alla figura di un campione di golf in un’America da ricostruire dopo la crisi seguita alla prima guerra mondiale. Strepitoso anche “For Love of the Game” (l’unica cosa censurabile è il titolo italiano, “Gioco d’Amore”… orrendo) con Kevin Costner e Kelly Preston. Costner, grande appassionato di baseball – è protagonista di molti altri titoli in questo segmento – interpreta William Chapel, lanciatore dei Detroit Tigers alle prese con gravi decisioni circa la fine della sua carriera. Lasciare o continuare? Chapel, in un flash back continuo nel quale ripercorre le gioie e gli attriti della sua lunga storia sportiva, lascerà il baseball per iniziare una nuova relazione sentimentale. Ho adorato “Fuga per la Vittoria”: sulla rovesciata di Pelé continuo a esultare ogni volta come quando lo vidi al Cinema Eden di Genova trentacinque anni fa. Impossibile non amare “The Miracle”, la meravigliosa storia – vera – della squadra di hockey su ghiaccio americana, che in piena guerra fredda affronta l’URSS alle Olimpiadi del 1980 di Lake Placid vincendo da sfavoritissima un oro insperato. È doveroso ridere dello sport… in “Dodgeball”con Ben Stiller e Vince Vaughn o in “Major League”, altro piacevolissimo film su un baseball meno verisimile e molto più grottesco. Alla fine tra “Rocky”, “Billy Durham”, “Ogni Maledetta Domenica”, “Jerry Maguire” (altra pellicola con molte sfumature emotive), “Rush” e altro noto che la pallavolo si è prestata pochissimo nonostante negli States sia il terzo sport più praticato del paese e abbia ormai definitivamente superato a livello scolastico e universitario il basket.
Quindi, quando mi è stata segnalata l’uscita di un film ispirato alla pallavolo sono rimasto molto sorpreso: anche perché gli attori non sono esattamente noti per la loro passione per il volley. Il premio Oscar Helen Hunt, 52 anni e un fisico da adolescente, compare spesso quando ci sono gare di surf: è un’ottima boarder e nuota da sempre. Ecco il perché del suo fisico da pin-up ed ecco il perché l’attrice ha investito molto nella produzione del suo film “Ride” che racconta proprio di surf e di adolescenti già proiettati verso una carriera da professionista… il destino di suo figlio probabilmente.
William Hurt è un uomo molto riflessivo appassionato di scacchi e di giochi di ruolo. Raramente è stato messo a confronto con uno script sportivo. Attori con radici molto lontane dal mondo della pallavolo… chissà, forse è per questo che il risultato è stato così buono.
I primi trailer che sono arrivati dagli States di The Miracle Season sono molto promettenti: il regista è Sean McNamara, tanti alti e bassi in carriera con l’infantile “Casper”, il fumettone “Raise your Voice” – ambientato con Hilary Dyff nel mondo dei soliti talent – l’orrido “Bratz”, ispirato alle omonime bambole e il meraviglioso “Soul Surfer”. Questo è un altro gran film che ha tra i suoi protagonisti proprio Helen Hunt: la pellicola racconta la vita di Bethany Hamilton, la surfista professionista che fu attaccata da un squalo quando era una grande promessa poco più che adolescente. Viva per miracolo Bethany è tornata in acqua orrendamente sfigurata, ma con grande orgoglio, un anno dopo l’episodio… oggi è una delle surfiste più famose del mondo, un autentico modello per milioni di surfer e per moltissimi atleti colpiti da grave invalidità. La conobbi quando lavoravo a Sportitalia, una ragazza fantastica. Il film, interpretato AnnSophia Robb nel quale Helen Hunt interpreta la madre di Bethany, è davvero un capolavoro.
C’è solo da augurarsi che “The Miracle Season” mantenga le aspettative: la storia è quella – molto bella e vera – della West High School di Iowa City, squadra campione del torneo di pallavolo del proprio Stato che si presenta alla nuova stagione con il titolo da difendere e un terribile peso. Caroline Found, soprannominata Line, una delle ragazze più dotate della squadra muore in un incidente stradale. La squadra è a un passo dal baratro, poi si riprende e si stringe intorno alla propria allenatrice, Kathy Bresnahan interpretata da Hellen Hunt. William Hurt è invece il padre della ragazza scomparsa che diventerà un motivo di ispirazione e di maturazione per tutto il gruppo. Oggi Caroline Found ha dato il nome a una fondazione che aiuta le ragazze vittime di incidenti stradali e le fa tornare allo sport e alla vita indipendentemente dai traumi subiti. “Line” rivive nelle ragazze che ancora oggi vestono il bianco e il verde della West High di Iowa City e indossano la maglietta “Live Like Line”: ogni maglietta, ogni polsino, ogni braccialettino venduto in ogni parte del mondo da quando la storia di Caroline e della West High è diventata virale, garantisce un contributo alla fondazione e alla sua causa. Il film renderà la sua storia ancora più mondiale, ancora più diffusa.
“Live Like Line” significa giocare con tutto l’impegno possibile, senza perdere mai l’entusiasmo né il sorriso. Il signor Found nel ricordare la figlia usa parole che gelano il sangue… “È dura doverlo ammettere perché è una cosa con la quale non riuscirò mai a scendere a patti ma mia figlia ha cambiato la storia di questa comunità e delle sue compagne con la sua morte ancora più che con la sua vita. È stata un esempio e oggi Caroline rivive nelle sue amiche e nelle ragazze più giovani. Si tratta di un grande dono che mi fa sopravvivere nonostante tutto questo dolore”.
Il giorno della graduation di Caroline il diploma della ragazza scomparsa è stato ritirato da suo padre di fronte a centinaia di persone che indossavano gli indumenti della fondazione di sua figlia: “Vi guardo e mi dico che c’è una speranza… persino per me oggi voi rappresentate un motivo di speranza”.
“The miracle season” è stato completato il 16 settembre ed è rimasto in programmazione negli Stati Uniti dal 12 aprile per quaranta giorni ottenendo grande successo.