Foto Federazione Italiana Pallavolo

Fipav, il bilancio di Manfredi: “Alle critiche rispondiamo con i risultati”

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Può stappare lo spumante anche quest’anno la Federazione Italiana Pallavolo: se anche i risultati non sono stati all’altezza del precedente (sono comunque arrivate 8 medaglie, di cui 4 d’oro tra Europei Under 17, Universiadi e Sitting Volley), dal punto di vista dei numeri del tesseramento, della visibilità e – non ultimo – degli introiti si viaggia decisamente a gonfie vele. E così è un Giuseppe Manfredi soddisfatto quello che si presenta davanti ai microfoni per l’ormai tradizionale conferenza stampa di fine anno, che arriva all’indomani di una riunione del Consiglio Federale ricca di temi importanti.

Il presidente sciorina tutti i numeri di un 2023 che, per la Fipav, ha significato soprattutto organizzare due Campionati Europei in nove città italiane: “C’è voluta sicuramente un po’ di pazzia, ma un risultato così dal punto di vista promozionale e di immagine non si era mai visto“. 53 milioni di spettatori in tv, quasi 100mila in presenza, circa 3 milioni di euro di incassi e oltre 4 milioni di interazioni sui social sono le cifre, relative alle sole rassegne continentali, alle quali si sono aggiunti anche gli Europei di Sitting Volley a Caorle (50mila spettatori in streaming e 2 milioni raggiunti sui social), vinti dalla nazionale femminile: “È la prima volta che mi commuovo così per un risultato, queste ragazze hanno dato tutto“.

Un successo, insomma, che ha permesso al movimento di espandersi arrivando a quota 314mila tesserati alla data del 20 dicembre, 42mila in più rispetto allo stesso periodo del 2022: “Contiamo di arrivare a 400mila entro fine anno, è chiaro che i risultati delle nazionali ci hanno aiutato“. E alla Federazione di raccogliere consistenti ricavi dagli sponsor: in totale 4 milioni e 735mila euro a cui se ne aggiungono 1 milione e 460 mila solo dagli Europei. Contributi importanti che sostengono gli investimenti rivendicati da Manfredi: 4 milioni e 121mila euro per le nazionali Seniores, 3 milioni e 600mila per le nazionali giovanili, 1 milione e 380mila per il Beach Volley, 820mila per il Sitting, più altri progetti come il Club Italia Allargato, le Finali Nazionali Giovanili, il Trofeo delle Regioni, il Volley S3 e l’attività nelle scuole.

Esaurito il bilancio, il presidente si toglie qualche sassolino dalla scarpa con una risposta molto secca alle critiche: “A tutti i leoni da tastiera dico di continuare pure a scrivere, bene o male. Questa è una Federazione trasparente e mai nessuno ha nascosto nulla. Gli errori si possono anche fare e sicuramente ne facciamo, chi non opera non sbaglia, ma per il momento credo che dobbiamo solo rispondere con i risultati. Se dovessimo andare dietro a quello che si scrive sui social dovremmo cambiare presidente ogni settimana…“.

Inevitabile che il riferimento sia soprattutto alla nazionale femminile, al centro di mille polemiche negli ultimi mesi. Anche qui Manfredi taglia corto: “Io credo che le scelte fatte abbiano portato risultati, se una nazionale vince la VNL e fa un terzo posto ai Mondiali non mi sembra il caso di prendere e buttare tutto via. Quando poi i rapporti finiscono insieme si ragiona per trovare una soluzione migliore. Le critiche non mi toccano, noi andiamo avanti tranquillamente per la nostra strada, non ho scheletri nell’armadio“.

Con Julio Velasco – aggiunge il presidente – inizia un nuovo corso, io ho ritenuto che fosse l’uomo giusto non solo per l’aspetto tecnico ma anche per la capacità di gestire la nazionale. Poi non possiamo pensare di vincere sempre, dobbiamo considerare che ci sono altre nazionali al mondo. Mazzanti ha rischiato l’esonero altre volte? A me non risulta…“. Inevitabile anche il riferimento al tema del doppio incarico: “Io ho fatto il coach, l’allenatore deve concentrarsi su quello che fa. Nessuno sa cosa c’è dietro a tutta l’organizzazione di un’Olimpiade. Se Velasco non avesse avuto una clausola di rescissione sarei andato su un altro allenatore, ma sempre senza doppio incarico“. E su Paola Egonu: “Non è mai uscita dalla nazionale, se qualche volta non c’è stata è perché lei ci ha chiesto cortesemente di stare a riposo, come altre giocatrici. Le ragazze non vedono l’ora di giocare in nazionale“.

A Manfredi viene chiesto anche se pensa a una nuova candidatura al termine del quadriennio olimpico. Il presidente risponde così: “Non voglio parlare di elezioni, ho tempo per pensarci dopo le Olimpiadi. Io ho una certa età, mi piacerebbe anche stare a casa, ma se necessario e se ne avrò la forza potrei anche rimanere. È una scelta che dovrò fare anche con la mia famiglia“. E a proposito di Olimpiadi, ecco l’opinione del numero uno federale su Parigi 2024: “Ci andremo certamente, il vero problema è che non possiamo caricare di troppe responsabilità ragazzi e ragazze. Sappiamo di avere due nazionali molto competitive, non mettiamo troppa pressione. Se vinciamo siamo felici, se non vinciamo ma siamo lì siamo felici uguali: l’importante è avere la coscienza tranquilla di aver fatto tutto il possibile per arrivare a quel risultato“.

Un tema a cui il presidente tiene tantissimo è quello degli impianti sportivi: “Siamo stati davvero dei matti a fare un Europeo in 9 città nel paese peggiore dal punto di vista degli impianti. In alcuni palazzetti abbiamo dovuto costruire le sale stampa, le tribune stampa, le sale hospitality, con un dispendio 10 volte maggiore degli altri. Sull’impiantistica sportiva in questo paese si è fatto zero. E mi auguro che prima o poi sia modificata la regolamentazione degli impianti scolastici perché non ce la facciamo più., siamo nelle condizioni peggiori. Vanno fatti anche investimenti normativi oltre a quelli finanziari, dando la possibilità concreta e reale a tutte le società sportive di accedere agli impianti. Le nostre società sono disponibili a intervenire: dateci gli impianti, poi il resto lo facciamo noi“.

Manfredi accenna anche al rinnovamento del Club Italia femminile: “Abbiamo dato una svolta, prendendo un gruppo di ragazze giovanissime e fisicamente dotate e ripartendo da un livello più basso. Negli ultimi anni il Club Italia è servito per dare linfa non solo alla nazionale, ma anche ai club: oggi la nostra nazionale è composta da atlete giovani, non possiamo permetterci di formare ogni 2 anni atlete che poi non trovano spazio nella nazionale e nemmeno nelle squadre di club. Queste ragazze con cui siamo ripartiti, invece, potrebbero essere pronte tra un po’ di tempo, quando ce ne sarà bisogno. Intanto stiamo cercando di migliorare nella ricerca dei talenti“.

Infine una battuta sul Beach Volley azzurro: “Gli investimenti stanno pian piano dando i frutti, se non ci sono i soldi e le idee i risultati non arrivano. Abbiamo ringiovanito tutto il settore, e ringrazio Paolo Nicolai e Marta Menegatti per essersi messi a disposizione: le nostre coppie stanno facendo risultati, posso dire che abbiamo ottime probabilità di essere a Parigi 2024, dove mi auguro almeno di confermare le 3 coppie qualificate“.

Nel corso della conferenza il presidente ha fatto il punto anche su altre attività della Federazione, come l’accademia formativa Fipav (“non ci aspettavamo tanto interesse. La maggior parte dei partecipanti al corso per team manager ha già trovato un lavoro ed è già stato indetto il corso successivo“), i docufilm prodotti sull’attività delle nazionali, il lancio del nuovo logo, la Hall of Fame (la cerimonia di induzione dei nuovi membri si terrà in febbraio a Bologna) e la crescita dei profili online della Fipav: negli ultimi 9 mesi la Federazione ha guadagnato 51mila follower sui social network, mentre il sito ufficiale è stato visitato da 5 milioni di utenti con più di 17 milioni di pagine visualizzate.

Infine sono stati annunciati lo stanziamento di 80mila euro per i progetti di sostenibilità sociale “Fipav Cares“, tra cui ci sarà il sostegno alle atlete in maternità, il proseguimento dei protocolli internazionali di collaborazione tecnica con altre federazioni Europee e non solo, e il prossimo avvio dell’asta solidale “Together we can spike with love“: “una promessa fatta a Papa Francesco“, ha spiegato Manfredi.

di Eugenio Peralta

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