Di Redazione
Continua la nostra collaborazione con la pagina Fondamentalmente Pallavolo alla scoperta degli aspetti più tecnici del nostro sport. Questa settimana ospitiamo il contributo di Maurizio Lopis, ex schiacciatore con vent’anni di esperienza tra Serie A2 (con Catania, Latina e Sant’Antioco), B2 e B1 e poi allenatore, nell’ultima stagione impegnato con il settore giovanile dell’Alus Volley di Mascalucia (Catania). I temi affrontati nell’intervento sono i punti di salto del centrale e il gioco sulle basi.
Capita spesso, soprattutto ad inizio stagione, di discutere con centrali e palleggiatori sui punti di salto delle varie palle giocate, al fine di trovare feeling fra di loro. Di norma, nelle giocate vicino al palleggiatore (per esempio la 1 o la 2), il punto di salto del centrale varia in base alla posizione del palleggiatore. Quindi, ad esempio, se il palleggiatore è più spostato verso zona 4 (R4) o verso zona 2 (R2) il centrale varia il punto di stacco andando sempre sul palleggiatore.
Su tutte le giocate in cui aumenta la distanza fra centrale e palleggiatore (7, fast e varie) si tende a non considerare la distanza dal palleggiatore ma a saltare sempre su un punto rete accordato. Mi sembra chiaro che, nella scelta se mantenere sempre una data distanza o se utilizzare il punto retem vanno tenute in considerazione soprattutto le abilità del palleggiatore; su ricezione non positiva, ad esempio, per il palleggiatore potrebbe essere più difficoltoso trovare un punto rete e più semplice avere il centrale sempre ad una determinata distanza.
Il tipo di palla giocata dal centrale determina la base su cui viene costruito il gioco d’attacco della squadra in una determinata situazione. Ed ecco che per ogni base del centrale (base 1, base 7, base 2 ed altre) si possono sviluppare molteplici situazioni e combinazioni diverse di attacco. Fondamentalmente, su una determinata base il gioco può essere costruito o in apertura (per esempio 7 e palla dietro) o in sovrapposizione (7 e palla in 4, sempre per portare un esempio).
Quando usare una e quando usare l’altra? Dipende! Dipende dalle caratteristiche dei miei attaccanti e da quelle della linea di muro che mi trovo di fronte. Organizzare il proprio gioco d’attacco sulle basi del centrale nelle varie situazioni di gioco diventa, secondo me, fondamentale soprattutto in fase ricezione/attacco e su freeball. In fase break, infatti, nel modello di prestazione da me analizzato la stragrande maggioranza del contrattacco si concretizza con palla in 4 e in 2. Nella mia esperienza nel campionato di serie B, raramente ho visto binomi centrale/palleggiatore in grado di trovare uscite in contrattacco con palla lontana da rete.
Infine, il gioco sulle basi della squadra avversaria è uno strumento importante in sede di studio del palleggiatore avversario nella preparazione della gara che dovrò affrontare. Personalmente nello studio del palleggiatore avversario e delle sue caratteristiche di gioco tengo conto per lo più di come si comporta sulle palle ! (R!). È infatti su questo tipo di ricezione che i palleggiatori tendono a mostrare le loro preferenze, le caratteristiche predominanti e i loro limiti.
(fonte: Fondamentalmente Pallavolo)