Di Stefano Benzi
La partita tra Futura Volley Giovani e Club Italia giocata domenica pomeriggio e vinta dalla squadra bustocca per 3-1 è stata significativa per molti motivi. Intanto è stata la sfida tra le due squadre anagraficamente più giovani della Serie A femminile. Poi è stato il ritorno in campo delle Azzurrine dopo oltre un mese di assenza e tantissime difficoltà. E le squadre hanno onorato l’impegno con una gara splendida. Per intensità, determinazione e ferocia agonistica è stata una grande partita. Caratterizzata da tanti errori e da una valanga di improvvisazione. Ma forse anche per questo così divertente.
La pallavolo imperfetta può anche essere divertente? A giudicare da quello che si è visto nel piccolo impianto dell’Oratorio San Luigi di Busto decisamente sì. Se si fa eccezione per gli errori in battuta (molti), non si è visto un punto uguale all’altro. Tanti, davvero tanti gli scambi interminabili. Uno nel corso del terzo set sembrava un videogame: 31 tocchi. Li abbiamo contati. Recuperi estremi, errori rimediati, salvataggi imprevedibili, il tutto in una foga agonistica frenetica. Non è stata la miglior pallavolo possibile: ma si sono viste due squadre giovani che hanno messo in campo tutto quello che avevano, anche a costo di sbagliare e di rimediare una brutta figura. Il tutto con un coraggio scriteriato che è tipico dei giovanissimi.
Merito della Futura quello di avere avuto un po’ più di intensità nei momenti chiave e tutti i cambi giusti al momento giusto. Latham si spegne ed ecco la sorprendente Vecerina, che quando si esaurisce lascia spazio a Zingaro. Su tutte Francesca Michieletto, un coraggio da leone a buttarsi su qualsiasi pallone le capitasse ad altezza mancina picchiando come una forsennata. Tanti errori anche in attacco: ma senza mai rinunciare a provarci.
Una pallavolo imperfetta, se vogliamo anche un po’ ‘ignorante’, termine che il tecnico della Futura Luca Chiofalo, secondo di Matteo Lucchini, ancora assente, fa proprio: “Questa ‘ignoranza’ la amiamo – dice Chiofalo – il gergo pallavolistico definisce così quella ventata di aria fresca che una ragazza giovanissima porta sul campo. A volte si trovano lì e quasi senza pensare, fanno quello che sanno fare e tutto va bene. Altre ci provano, buscano due o tre muri di fila, e si fanno del male. Siamo tutti convinti che se queste ragazze devono crescere devono anche poter giocare. E sbagliare fa parte del loro processo di maturazione. Gli errori non sono mai facili da accettare e a volte pesano più del dovuto: ma avere una ragazza in panchina e buttarla in campo in un momento di difficoltà, spesso porta questa giocatrice a scoprire risorse di sé importanti che a volte possono anche fare la differenza“.
Anche il tecnico del Club Italia Massimo Bellano, che da anni lavora con talenti giovanissimi, sottolinea questo aspetto: “La soddisfazione che si ha nel lavorare con talenti grezzi ancora parzialmente inespressi è grande. Occorrono tempo, pazienza, la capacità di capire i momenti all’interno della partita e della stagione in un’evoluzione che è tecnica ma anche caratteriale. Ma le soddisfazioni arrivano. Stiamo vivendo un anno difficilissimo: queste ragazze hanno lavorato sempre, tutti i giorni, con lo stesso impegno anche quando non eravamo nemmeno in grado di fare una sfida sei contro sei perché avevamo troppe ragazze malate. Sono in palestra da mesi: ma hanno giocato solo quattro partite. Abbiamo perso, ci manca il ritmo gara, faticheremo a tirare fuori tutti i valori che questa squadra può avere ma io sono molto contento di loro. E sono certo che quello che queste ragazze sanno esprimere verrà fuori. É la squadra più giovane in assoluto, crescerà, continuando a giocare consapevole anche degli errori che commetterà“.
In un Club Italia in cui la stragrande maggioranza delle atlete è esordiente in Serie A, domenica in campo c’erano giocatrici con pochissime presenze: un opposto di 16 anni (Ituma), nessun libero di ruolo, un sestetto titolare con un’età media inferiore ai 18 anni, e l’ennesima esordiente assoluta, Alice Trampus.