Di Roberto Zucca
La sua pallavolo, per lunghi tratti è definibile come puro amarcord. Luca Tencati è ed è stato parte di quella storia indelebile che ha vari trofei, nomenclature, città d’origine ma che sicuramente ha un inizio ben definito e si chiama Sisley Treviso. Riassumere i trofei è riduttivo, fare un punto emozionale su ciò che ha vinto è un azzardo. Siamo però all’epilogo, perché Luca dopo sei stagioni a Piacenza e un mancato rinnovo, ha deciso di mettere un punto sulla sua ventennale esperienza in serie A1:
“È una decisione maturata da poche settimane, ovvero da quando è scaduto il contratto con Piacenza. Non avevo proposte di rinnovo e ho deciso che fosse giunto il momento di mettere un punto. Le ultime stagioni sono state bellissime ma sacrificanti fisicamente e non sono più il ragazzino che sgambetta a Treviso senza problemi”
Se fosse arrivato il rinnovo, avrebbe continuato?
“Sì qualche stagione ancora forse l’avrei giocata. Ma non certo lontano da Piacenza. Ormai la mia vita, la mia famiglia, i miei figli sono qui a Piacenza. Egoisticamente non mi sarei sentito di chiedere a mia moglie e ai miei bambini di trasferirci chissà dove per allungare il brodo di qualche anno”
Il suo addio al volley è stato improvviso, ma celebrato da tanto affetto in un’occasione speciale?
“Ci hanno pensato mia moglie e mio fratello Filippo ad organizzare una festa qui nei dintorni di Piacenza dove hanno partecipato moltissimi dei più cari amici che hanno vissuto con me questa prima vita nel mondo della pallavolo. Compagni con cui ho condiviso emozioni indimenticabili e momenti che rimarranno sempre nella mia mente”
Come l’Europeo del 2005?
“Che emozione! A Roma, una cornice di pubblico meravigliosa, un calore incredibile e una squadra stupenda. Mi ricordo Filippo con cui ho condiviso quella vittoria, che era lì a vedermi e quella fiumana di persone che per ore e ore ci è stata vicina. La pallavolo è magica proprio per questo”
Può dire di avere Rimpianti?
“Le Olimpiadi. Ho sempre vissuto di aneddoti ma non ho mai provato l’emozione di essere lì per una ragione o per l’altra. Rimane un sogno ma posso consolarmi con quello che ho vinto”
Ha avuto tantissimi tecnici che l’hanno allenata. Le posso chiedere il migliore che ha avuto?
“Non posso fare una classifica perché ho avuto il meglio del meglio. Allenatori, coach, mentori. Ho vissuto gli anni migliori del nostro sport e certi nomi sono stati una fortuna da ritrovare in palestra. Posso dirle che umanamente sono legato a colui che mi ha allevato nelle giovanili ovvero Michele Zanin. Ho un ricordo fantastico di Michele e penso di essere una persona che lui porterà nel cuore per sempre”
Non è il solo che ricorda con affetto le sue gesta pallavolistiche e la sua educazione da manuale in campo..
“A me è stato insegnato questo. Sono partito da una scuola, da un metodo, da un’accademia come Treviso e non sono l’unico giocatore rispettabile che è uscito da quel vivaio anzi…però mi creda, è una conquista essere ricordati anche per questo”
È vero che sta lavorando per rimanere nell’ambiente?
“Lo spero. Adesso non ho progetti immediati. Mi prendo il tempo per pensarci. Ma se si presentasse alla porta una proposta di qualche società per passare dall’altra parte del campo mi piacerebbe lavorarci”
Sogna di diventare il nuovo Zanin?
“Perché no? Sarebbe un bel traguardo e un modello da intraprendere per la mia seconda vita oltre il campo”