Di Redazione
“Cambiare ruolo, passando già ai tempi del settore giovanile da schiacciatore a palleggiatore, è stata una mia scelta. Volevo fare il regista perché secondo me questo è il ruolo più interessante e bello della pallavolo – ha raccontato il Capitano di Trentino Simone Giannelli durante la terza puntata di “The Ace Space” – la rubrica multimediale pubblicata ogni settimana dalla CEV in podcast sul sito www.cev.eu – : di fatto sei tu che decidi sempre come impostare il gioco, tocchi il pallone praticamente in ogni azione e scegli come la tua squadra debba attaccare. Ci sono però anche delle difficoltà nello svolgere questo compito, perché devi saper leggere sempre per tempo la tattica del match e capire se i giocatori a cui vuoi affidare il pallone siano pronti per riceverli e metterli a terra.
Amo questo ruolo; lo schiacciatore, di fatto può solo attaccare, il palleggiatore invece può scegliere di fare qualsiasi cosa: murare, alzare e, volendo, anche schiacciare. Poi ci sono circostanze in cui è più semplice essere alzatori: per esempio, quando giochi in squadra con Osmany Juantorena non ti serve pensare molto, basta dargli la palla. Con i propri attaccanti è importante costruire un feeling a 360° gradi, che parta anche dalla conoscenza reciproca e dal dialogo che si instaura in allenamento. Mi piace guardare molti video tecnici per capire dove può migliorare l’intesa e come offrire la miglior palla possibile agli schiacciatori”.
“Solitamente non decido a priori a chi dare il pallone – ha continuato – ; nelle mie scelte c’è molto istinto e valutazione della situazione che si è creata proprio in quel momento. E’ anche per questo motivo che ritengo il palleggiatore sicuramente il giocatore più intelligente della squadra, ma lo dico da persona interessata e forse troppo sbilanciata nel giudizio. Quando ero sedicenne non ero ancora pronto per giocare a grandi livelli, anche perché dovevo completare il mio processo di crescita che passava anche per lo studio e poi anche per quello legato alla tecnica. A quell’età però credo che sia importante già coltivare la giusta mentalità, il corretto approccio verso il ruolo di palleggiatore.
Esordire in Serie A1 con Trentino Volley è stato qualcosa di molto particolare, forse pure strano, ma ne vado fiero ed è un bellissimo ricordo. In Italia esiste da tempo una grande scuola di palleggiatori, che lancia elementi anche molto giovani, ma la cosa più importante è che i grandi Club offrano l’opportunità di giocare a questi ragazzi, come è successo a me con Trento. I migliori registi del Mondo? Bruno e De Cecco; averci giocato spesso contro negli ultimi anni in SuperLega è stato importante per la mia crescita, anche di mentalità. Sono giocatori che hanno una grande leadership in campo. Il mio idolo? Roger Federer, non solo per quello che fa in campo ma anche per la persona che è ogni giorno quando non gioca”.
(Fonte: comunicato stampa)