Di Redazione
Campionati sospesi sino al 3 aprile come da disposizione del CONI. La Superlega, come tutti gli altri campionati, rimarrà ferma per tre settimane con l’incertezza di non sapere se si riprenderà o meno la stagione, oppure, come dichiarato dal Presidente della Top Volley, Gianrio Falivene, intervistato dal quotidiano “Latina Oggi”, si prospetta un’ulteriore proroga dello stop: «Senza misure davvero forti e, se vogliamo, drastiche, le stesse che hanno attuato in Cina, non si va da nessuna parte. Poi, per carità, spero di sbagliarmi».
Quindi? «Ripeto, mi auguro che dal 3 aprile in poi si possa tornare a giocare e chiudere nel migliore dei modi questa stagione, ma nutro seri dubbi che in quella data, la situazione sia totalmente diversa rispetto ad ora o, comunque, decisamente migliorata. Perché solo in questi casi, si tornerebbe in campo per giocare».
Campionato falsato? «C’è di mezzo una problematica molto seria, però se devo essere sincero sino in fondo, dico purtroppo di sì».
Si evince che il presidente Falivene vorrebbe finirla qui. «Penso che allo stato attuale delle cose e con la prospettiva, peraltro concreta, di un altro rinvio dopo il 3 aprile, la cosa migliore sia “congelare” questa stagione, senza scudetto, retrocessioni e promozioni e ripartire da capo il prossimo ottobre quando, mi auguro, la situazione potrebbe essere totalmente diversa».
La squadra, intanto, continua ad allenarsi? «Stiamo seguendo alla lettera le disposizioni di Coni e Governo, altro non possiamo fare, se non vigilare attentamente su quella che è la nostra situazione interna. Il rischio è dietro l’angolo, ma siamo pronti, lo siamo da sempre, a prendere e ad osservare tutte le precauzioni del caso».
I giocatori stranieri hanno manifestato la volontà di tornare in patria? «A noi della società non è arrivata nessuna richiesta ufficiale, fermo restando che sino al termine della stagione loro sono vincolati da un contratto che gli impone di restare qui. Ma, ripeto, nessuno ha mai paventato l’idea di poter andar via. In ballo, tra l’altro, c’è una salvezza da conquistare».