Di Redazione
Era tutto già ampiamente previsto se non addirittura scritto: la Cina ha conquistato la Grand Champions Cup, il secondo trofeo della sua storia che mancava alla nella galleria dei trofei cinesi da ben sedici anni. Era il 2001 quando la Cina conquistò per l’ultima volta questo prestigioso torneo quadriennale che vede in lizza le sei migliori squadre continentali includendo paese ospitante e una wild card con l’Oceania almeno per ora esclusa a prescindere. Il torneo frutta alla federazione cinese un quarto di milione di dollari, le giocatrici ne percepiranno una percentuale. Nel 2001 la storia era diversa e alle giocatrici non andò un dollaro ma solo un’onorificenza di Stato. Ora che il professionismo è diventato un obbligo globale anche in Cina, le cose sono cambiate.
La Cina ha onorato il suo impegno fino in fondo conquistando anche la vittoria conclusiva contro le padrone di casa del Giappone per 3-1 (25-22, 24-26, 25-18, 25-16). La resistenza delle nipponiche dura solo due set, dopo aver conquistato il secondo le giapponesi si sciolgono sotto gli attacchi di una stratosferica Zhu Thing (eletta MVP del torneo e miglior opposto): 26 palle a terra in finale e oltre cento punti nell’arco della rassegna con percentuali offensive impressionanti.
Al secondo posto il Brasile che batte gli Stati Uniti 3-0 e si aggiudica di fatto lo scontro diretto per la piazza d’onore visto che la Russia con tre sconfitte non poteva più raggiungere il podio. Russe che arrivano quarte chiudendo con un 3-0 sulla Corea, sempre battuta e a quota zero. Quinto dunque il Giappone padrone di casa.
Archiviata la rassegna femminile è il momento di prepararsi per quella maschile che vedrà la partecipazione dell’Italia di Gianlorenzo Blengini che è stata omaggiata di una wild card: partecipano Francia, Brasile, Iran, Giappone (padrone di casa) e Stati Uniti. Per gli azzurri primo match martedì prossimo a Nagoya alle 15.40 (ora italiana) contro l’Iran.