Di Redazione
Si è svolta oggi, nel corso di un webinar online, la cerimonia ufficiale nel corso della quale Giovanni Guidetti e Bahar Toksoy sono stati nominati Gender Equality Advocates dall’UNDP Turkey, il programma dell’ONU per sostenere la parità di genere in Turchia. Alla presenza del rappresentante nazionale dell’United Nations Development Programme, l’italiano Claudio Tomasi, il CT e la giocatrice della nazionale turca (marito e moglie dal 2013) hanno presentato il loro progetto della Bahar Toksoy Guidetti Academy e risposto alle domande dei giornalisti.
“Per me è una grande emozione essere qui – ha detto Guidetti – sono estremamente onorato di questa nomina e voglio mettere il mio massimo impegno in questo compito. Lavoro nella pallavolo da tutta la vita e per me è evidente quanto possa essere importante lo sport per dare spazio alle donne, permettendo loro di mostrare e sviluppare qualità non solo fisiche, ma anche mentali. Sfortunatamente, le ragazze non hanno le stesse possibilità degli uomini di accedere allo sport: solo il 10% di loro fanno attività sportiva dopo i 10 anni e questo dipende anche dal fatto che televisione, media e social network associano ancora lo sport a immagini maschili. Un altro grande problema sono le aspettative della famiglia, specialmente in Turchia: le ragazze vengono educate a fare le pulizie di casa, cucinare, prendersi cura degli uomini… Invece, fin da quando sono piccole, dovrebbero capire che hanno le stesse possibilità dei coetanei di uscire a giocare“.
“La pallavolo è una felice eccezione – ha continuato l’allenatore italiano – soprattutto in paesi come USA o Turchia, ma è solo una piccola goccia nel mare: tra i 100 atleti più pagati al mondo c’è una sola donna, Serena Williams, e questa non è esattamente parità. Nel volley si è cominciato a fare qualcosa equiparando i premi femminili a quelli maschili, ma ad esempio abbiamo ancora poche donne allenatrici. Io personalmente devo tantissimo alle donne e sono convinto che la parità di genere non sia un problema solo per loro, ma anche per gli uomini. Come diceva Madre Teresa, se ognuno di noi tenesse pulita la sua porta di casa avremmo tutti un mondo più pulito… Lo stesso vale per la parità di genere, ognuno deve fare la sua parte“.
“La gender inequality – ha aggiunto Toksoy – è l’ostacolo più grande per le ragazze che vogliono fare sport. Ho una figlia di 3 anni e non voglio che quando sarà grande debba ancora affrontare questo problema. L’idea di lasciare una traccia permanente nella sua vita e in quella delle ragazze come lei è per me molto più importante delle coppe e dei campionati vinti. Piccoli passi ci porteranno al risultato finale, e questa nomina è un grande onore ma anche un impegno a fare ancora di più“.
La centrale ha parlato anche della maternità, spesso vissuta come un problema per le donne nel mondo dello sport e negli ambienti lavorativi in genere: “Non deve essere considerata un ostacolo, io sono tornata al mio posto senza problemi un anno dopo la nascita di mia figlia. Il fatto che lei possa vedermi mentre combatto sul campo, vinco e perdo è troppo importante: le donne devono essere un esempio per i propri figli e sarà questo a cambiare la mentalità delle persone“.