Di Redazione
La seconda giornata del Festival dello Sport 2022 di Trento, organizzato da La Gazzetta dello Sport e Regione Trentino, è stata caratterizzata dalla presenza della nazionale maschile campione del mondo: una folta delegazione degli azzurri, è intervenuta stamattina all’Auditorium ex Santa Chiara, per l’occasione tutto esaurito. Presenti Anzani, Balaso, Scanferla, Lavia, Michieletto e Sbertoli insieme al CT Fefè De Giorgi: tutti chiamati da Andrea Zorzi e Gian Luca Pasini a rivivere le emozioni di Katowice identificandole con un aggettivo, da “incredibile” a “memorabile” passando per “godurioso”.
“È stato un trionfo commovente per tutti noi – ha sottolineato Riccardo Sbertoli –; ripenso agli ultimi punti e alla premiazione e non posso non provare sensazioni molto forti. Il mio ruolo rispetto ad altri forse è stato più marginale, perché ho giocato poco, ma mi sono sempre sentito protagonista grazie agli ingressi per la battuta nei momenti importanti del match e grazie al continuo scambio di impressioni con De Giorgi e Giannelli, con cui durante i match abbiamo spesso analizzato l’andamento del nostro gioco. Con Simone ho un rapporto bellissimo“.
“La partita della svolta – ha aggiunto Daniele Lavia – è stata sicuramente quella nei quarti di finale con la Francia. Una vittoria fondamentale, che ci ha dato la carica e offerto ulteriore convinzione nei nostri mezzi. Vincere è stato una esperienza indimenticabile, incredibile ed unica“.
“Definirei il nostro successo storico – ha aggiunto Alessandro Michieletto –. Ci è capitato spesso di andare sotto nel punteggio contro tanti avversari, è accaduto anche in finale. Perdere qualche set però non è riuscito ad affossarci; abbiamo dimostrato di crederci sempre e siamo stati in grado di risalire la china. Nel punto a punto siamo stati bravi a reggere la pressione degli avversari; è stata questa la nostra forza. Con i battitori che abbiamo un break è possibile in qualsiasi momento“.
Tra gli aneddoti raccontati dai giocatori uno dei più divertenti è quello scelto da Simone Anzani: “Sentire 13mila polacchi cantare l’inno senza base musicale prima della finale, un po’ ci ha intimorito. Ma poi, in estasi, quando ormai il traguardo era alle porte, ho gridato: ‘Non vi sento più!’. Ora vogliamo scrivere pagine ancora più importanti di questa storia“.
Il vero mattatore della giornata è stato naturalmente Fefè De Giorgi: “Il nostro segreto è la cultura del lavoro – ha spiegato – oltre che il rifiuto della mediocrità e della superficialità. Io, poi, non sopporto chi mi dice ‘Ci provo’. Per me c’è il fare o il non fare“. Il CT ha anche lanciato uno sguardo ai prossimi appuntamenti: “La squadra è giovane, ma non ci montiamo la testa. Godiamoci il risultato, sfruttiamo il momento e, ricordandoci che questo progetto è stato costruito giorno per giorno, guardiamo al futuro con fiducia, anche fino all’Olimpiade di Parigi 2024, ma con la giusta calma e la necessaria tranquillità“.
Al termine dell’evento c’è stato un “momento di gloria” anche per Oreste Cavuto; lo schiacciatore dell’Itas Trentino, presente in platea, è stato invitato da De Giorgi a salire sul palco per ricevere l’applauso del pubblico. “La nostra vittoria porta anche la sua firma” ha chiosato il CT azzurro.
(fonte: Trentino Volley, Gazzetta dello Sport)