C’è grande commozione nell’ambiente pallavolistico di Ravenna per la scomparsa di Giuseppe Brusi, l’uomo che più di ogni altro ha dato impulso alla pallavolo in città, prima con la leggendaria Teodora femminile e poi con la breve ma intensa parabola del Messaggero maschile. Il Corriere di Romagna di oggi ha raccolto tantissime testimonianze di campioni dell’epoca, amici e collaboratori, tra cui quella di Karch Kiraly, forse il giocatore più celebre tra tutti quelli passati da Ravenna: “Sono molto triste, come si dice da noi Giuseppe è passato alla ‘next league’. Sono vicino alla famiglia” dice l’attuale allenatore della nazionale femminile USA.
“Giuseppe mi ha dato tanto dal punto di vista professionale e umano – commenta Fabio Vullo, capitano di quella Ravenna – di lui ricordo le doti, ormai rare, di schiettezza, l’essere diretto ma al tempo stesso capace di ascoltare l’interlocutore. Un uomo d’altri tempi che mancherà tantissimo a tutto l’ambiente, perché con i suoi modi decisi è sempre stato un punto di riferimento per tutti. A Ravenna abbiamo vissuto anni straordinari, eravamo una grande squadra ma anche una grande famiglia: un equilibrio molto difficile da reggere quando ci sono grandi campioni, ma Giuseppe ha consentito tutto questo. È stata una guida illuminata e un grande compagno di viaggio“.
Commosso anche il ricordo di Stefano Margutti (“È stata una delle persone chiave della mia carriera, la sua scomparsa è un dispiacere enorme. Con lui ho vissuto tantissime esperienze, di sport e di vita. Ogni settimana con lui era un’avventura“) e di Jack Sintini (“Lui mi ha scoperto quando avevo 14 anni, mi ha curato, mi ha insegnato e mi ha lanciato nel mondo del volley di alto livello. Un padre sportivo per me e una persona che non dimenticherò mai“).
“Ho perso il migliore amico che abbia mai avuto” dice Daniele Ricci, tecnico dei grandi successi: “È una persona con la quale ho litigato mille volte, ma il bello di Brusi era che dopo i litigi tornava la stessa persona di prima e non serbava alcun rancore. È riuscito a ottenere i migliori risultati possibili sia quando si andava a pane e cipolla, sia quando c’erano i soldi del Gruppo Ferruzzi. Era una persona molto onesta nello sport e nel lavoro, e più ancora che l’onestà di lui ho apprezzato la generosità, perché se eri un suo amico ti dava tutto quello di cui avevi bisogno“.
Tantissime anche le testimonianze dalla squadra femminile: “Ravenna dovrebbe intitolare a Giuseppe Brusi una strada o qualcosa di importante” afferma Alessandra Zambelli, che aggiunge: “Era un personaggio unico, amato, a volte odiato. Aveva le sue idee e andava dritto per la sua strada. In certe situazioni era duro, ma anche un buono, e alla fine ti voleva bene“. Liliana Bernardi si commuove: “L’ho sentito sempre vicino, mi sembra che sia ancora qui al mio fianco“.
I funerali di Giuseppe Brusi si terranno sabato 28 ottobre alle 11 nella cappella della camera mortuaria dell’ospedale di Ravenna.
(fonte: Corriere di Romagna)