Di Roberto Zucca
Nel mondo di Nicola Tiozzo ci si entra a piccoli passi. Ed è giusto così, perché negli anni il forte schiacciatore di Sottomarina – oggi alla BCC Castellana Grotte in A2 – ha attraversato diverse squadre, svariate anime, ambienti conosciuti e non, arrivando a una consapevolezza di sé che pochi nella propria carriera raggiungono all’età di Nicola.
“Ho fatto un percorso e nel tempo sono cambiato, sono cresciuto e ho maturato le mie consapevolezze. Forse quello che è stato più capace di spronarmi è stato Alessandro Spanakis, con cui ho condiviso tre anni della mia carriera. Ero arrivato a Civita Castellana da Sora, dove l’anno prima non sono riuscito a rimanere in serie A1. Alessandro mi ha fatto capire che quella discesa in A2 non doveva abbattermi, ma doveva rendermi più consapevole di come ripartire“.
Quale è la sua forza?
“La grinta. Sono uno capace di giocare sempre a mille. Quando ho tanta rabbia agonistica performo meglio. Chi mi conosce sa, ad esempio, che non sono uno che in campo sa stare fermo, composto. Posso simpaticamente incutere paura perché non sono mai tranquillo. Con queste premesse, può immaginare cosa abbia significato per me stare chiuso in casa per il Covid, ormai più di un anno fa“.
Che momento è stato?
“Un periodo in cui ho lasciato correre il cervello e ho ideato alcune cose inerenti al Beach Volley, ad esempio. A Sottomarina per l’ultima stagione ho convinto Fabrizio Incitti a seguire me e Cottarelli da Bergamo. Ho sviluppato alcune idee che vorrei portare avanti nelle prossime estate. Il Beach è una parte della mia vita professionale a cui mi piace dedicare del tempo. Giocare mi diverte molto. Poi c’è la pallavolo che è un’altra cosa“.
Tiozzo è uno che lavora. Dico bene?
“Sono uno che si impegna. Non so stare con le mani in mano. Ho un’età per cui ho capito dove voglio arrivare, cosa voglio diventare. Quest’anno è il mio primo anno al Sud e il progetto di Castellana l’ho sposato subito perché puntavo a rimanere in A2 ad un certo livello. È solo l’inizio. Diciamo che per ora la macchina gira. Sono contento“.
Quattro vittorie nelle prime 5 partite, anche contro avversari di primo piano come Bergamo, Reggio e Cuneo.
“Non ci penso ancora. L’analisi è parziale perché nelle prime giornate ci sono sempre tanti meccanismi che devono ancora oliare. Abbiamo vinto contro ottime squadre, in cui ho giocato e di cui conosco molti atleti. La soddisfazione c’è, ma non deve farci abbassare la guardia. La cosa che più mi rende soddisfatto è vedere quanta qualità c’è nella squadra in cui gioco. Ci sono ragazzi molto giovani che hanno voglia di emergere e che si impegnano tanto per tutta la settimana“.
Troppo presto per parlare di ambizioni. Ma lei in alto ci vorrebbe ritornare?
“Certamente è qualcosa su cui punto. La A1 mi piacerebbe guadagnarmela sul campo“.
Magari con Castellana?
“Dopo così poche giornate è prematuro fare un bilancio del campionato. Anche degli avversari. Penso a palazzetti che possono diventare bolge col pubblico, o campi altrettanto difficili in cui è sempre un terno al lotto giocare. Ragioniamo giornata dopo giornata. Lo dico non per presunzione, ma per esperienza“.
Mi ha piacevolmente stupito in questa chiacchierata.
“Forse perché alcuni mi vedono talvolta con un pallone da Beach in mano… per carità, sono uno a cui piace divertirsi e stare con gli amici fino a tardi in estate. Ma c’è tanto lavoro anche lì. Nella pallavolo lavoro tanto e non riesco mai ad essere pienamente soddisfatto di me. Credo che sia giusto così. Anche perché altrimenti l’asticella non si alzerebbe a ogni stagione“.