Alessandro Tondo Farmitalia Catania

Il bilancio di Alessandro Tondo a Catania: “Conoscevamo i rischi, ci abbiamo provato”

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
Foto Lega Pallavolo Serie A
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

La speranza è sempre l’ultima a morire, esattamente come la buona volontà: qualcosa che appartiene a molti compagni che quest’anno ha incrociato nella sua strada verso la Sicilia. La realtà però, dati alla mano, è che la stagione della Farmitalia Catania in Superlega è finita anzitempo, con una retrocessione nemmeno troppo velata. Alessandro Tondo, pur dando come sempre il massimo, esattamente come lo vedo fare da una vita, non è riuscito a salvare la sua squadra:

Purtroppo è finita come nessuno avrebbe voluto. Ed è un grosso dispiacere perché tutti abbiamo accettato il progetto con entusiasmo, pur essendo consci del grandissimo rischio che andavamo a correre con una formazione costituita negli ultimi giorni di mercato dopo il brutto epilogo della vicenda legata a Vibo Valentia. La società di Catania faceva un doppio salto, dalla A3 alla Superlega ed erano consapevoli del fatto che sarebbe stata difficilissimo il mantenimento della categoria. Di fronte al lavoro di tutti c’è sicuramente la gratitudine per aver disputato un campionato di massima serie. Ciò detto, non mi nascondo mai, la retrocessione c’è stata e la caduta anche“.

Alessandro Tondo Farmitalia Catania
Foto Lega Pallavolo Serie A

È parso sin dall’inizio che sarebbe stata difficile. C’era forse anche la rabbia per la vicenda di Vibo.

Quella si dimentica, o si cerca di farlo, perché tu come giocatore non hai responsabilità in merito. Era una grande sfida, e se devo dirla tutta, il mio rammarico è per il fatto che in certi frangenti del campionato e con certe squadre abbiamo fatto vedere di potercela giocare. Penso anche a squadre che oggi sono ai Play Off. Abbiamo provato a vedere la luce in fondo al tunnel fin quasi alla fine. Peccato“.

Da dove si riparte, Tondo?

Sono certamente contento di aver arricchito il mio annuario con un’altra stagione in Superlega. Ora è troppo presto per parlare di futuro. Sarà un mercato tosto, e sicuramente dopo una stagione nella quale sei retrocesso riesci a venderti in maniera non identica ad un altro tuo pari ruolo che ha centrato i propri obiettivi. Non lo so davvero, staremo a vedere“.

Alessandro Tondo Farmitalia Catania
Foto Lega Pallavolo Serie A

Parliamo di Alessandro fuori dal campo. Il suo primo anno da marito pendolare (si è sposato nel 2023 con Beatrice Francesconi) come è andato?

È finito (ride, n.d.r.) ed è stato forse il nono in cui siamo stati distanti, anche perché siamo non solo grati ma anche due che danno importanza, e tanta, al lavoro. È stato esattamente come le annate precedenti, in cui si programmavano i ritorni, si cercava di incastrare ogni occasione possibile“.

Pensavo mi dicesse che sarà l’ultimo.

No, ogni tanto il pensiero e la considerazione la fai ma non sarebbe giusto per nessuno in questo momento. Sono certo che se l’occasione arriverà sarà perché i progetti di entrambi ci soddisferanno talmente tanto da poter stare vicini. Avevamo già messo in conto che io avrei avuto ancora qualche anno di carriera e Beatrice mi supporta sempre. Forse dovrebbe chiedere a lei di rallentare col lavoro! (ride, n.d.r.) Scherzo, ama quello che fa ed è giusto così per ora“.

Alessandro Tondo Farmitalia Catania
Foto Lega Pallavolo Serie A

Il vostro è stato uno dei matrimoni più belli della scorsa stagione. Si è reso conto di quanto affetto ha attorno in questo mondo?

Ce lo siamo goduti poco fino al giorno stesso, perché è stato un continuo inseguimento al dettaglio. Volevamo entrambi che tutti si godessero quelle giornate e soprattutto che tutto fosse perfetto. Poi il giorno del matrimonio abbiamo capito il momento bellissimo che stavamo vivendo e ci siamo rilassati parecchio. Per rispondere alla sua domanda, avere accanto le persone più importanti della nostra vita ci ha fatto sorridere il cuore“.

Pensa di aver seminato bene nel mondo del volley?

Penso di aver fatto bene delle buone cose. Ma ho ancora la scintilla dentro e voglio continuare a tenerla accesa per un bel po’“.

di Roberto Zucca

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Stephen Maar tra passato, futuro, famiglia (si sposa) e Trento: “L’avversaria peggiore, ma…”

Sale in Zucca

Prendi un ragazzo di 22 anni che arriva in Italia, a Padova, direttamente dal Canada. Capisci subito che ha un’energia speciale, fatta più di quello che non è ancora, ma che saltuariamente ti mostra in campo, che di quello che poi sarà il suo vissuto negli anni successivi. Questo ragazzo fa un percorso, articolato tra alcune delle piazze più importanti della Superlega, parliamo di Verona, Milano, Cisterna. Arriva a Monza, gioca dei playoff meravigliosi e una finale Scudetto contro pronostico, tra esplosioni di gioia, rabbia agonistica, palloni che pensi possano saltare per aria e un tormento interiore, che è la sua cifra. 

L’arrivo a Piacenza di Stephen Maar è forse l’ultima fase di questa evoluzione complessa, durata otto anni (per la parentesi russa alla Dinamo Mosca ci arriviamo) e nella quale lo schiacciatore oggi tira qualche somma, un po’ perché a trent’anni tutto appare più chiaro, tutto prende una forma diversa, e forse perché si è pronti per essere ciò che veramente si vuole essere da grandi, con o senza la pallavolo davanti:

“Ho trovato la mia tranquillità, il mio mondo. Per tanti anni sono andato avanti, girando il mondo e vivendo anni molto intensamente. Per la prima volta quest’anno la mia famiglia avrà la priorità rispetto a tutto e in estate voglio spendere un po’ di tempo assieme a loro”.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Un post condiviso da Molly Lohman (@mollylohman)

Ha annunciato il matrimonio con la sua compagna Molly Lohman, pallavolista, solo qualche settimana fa. Vi sposerete in Italia?

“Le ho chiesto di sposarci in un pomeriggio sul Lago di Garda. Ma per ora non abbiamo i dettagli precisi anche perché dobbiamo incrociare le agende e i programmi. Adesso che mi fa pensare, sarebbe proprio bello se ci sposassimo in Italia (ride n.d.r.)”.

Anche perché l’Italia è stata la sua fortuna Maar. Ma anche per noi averla nel campionato italiano.

“Un bel viaggio, lungo otto stagioni, che comprende anche la mia parentesi russa. Ho giocato in tantissime città e ho considerato casa ogni luogo in cui sono stato. Ognuno di quei luoghi mi ha lasciato qualcosa, dalle persone, alle esperienze”.

Quella che ricorda per un motivo particolare?

“Credo Cisterna. È stato un anno molto particolare, dopo Milano e prima della proposta di Monza, dove poi ho trascorso tre anni della mia vita. Era un contesto molto piccolo, una città molto vivibile e una squadra capitanata da Fabio Soli e da uno staff, ricordo su tutti Gioele Rosellini, con cui ho lavorato molto bene. La pallavolo era seguitissima ed è stata la prima volta in Italia in cui le persone con cui avevo a che fare nella quotidianità, parlo magari del panettiere o dei ragazzi o ragazze che trovavo al supermercato, poi le ritrovavo sugli spalti a tifare la domenica”.

Si ricorda il Maar di Padova invece? Arrivato con tante novità a Padova? 

“Ricordo una squadra completamente nuova, che fece un inizio di campionato incredibile. Peccato perché poi ci siamo persi durante l’anno. Ma ripeto, la casa per me è ovunque in Italia”.

Ora la casa è Piacenza. Un anno che è stato letteralmente una montagna russa.

“Un anno in cui questo weekend cominceremo un importante semifinale contro Trento, e a cui teniamo davvero molto”.

Dall’arrivo di Travica, Piacenza sembra avere una luce nuova.

“Ogni cambio porta con sé uno scossone, o meglio, una reazione. Il periodo di difficoltà precedente ci ha fatto riflettere e c’è stata come pensavo e dicevo una reazione da parte di tutti. Ora tutti ci crediamo un po’ di più. Certo, Trento è l’avversaria che nessuno vorrebbe ritrovare in semifinale, anche perché è stata la migliore della regular season. Io ora non penso più a chi mi ritroverò di fronte, ma a come lo affronterò”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

La affronterà, mi permetto di dire in una condizione mentale diversa.

“Cosa intende?”

La rivedo in campo con una serenità che non conoscevo.

“Sì, è un bel momento della mia vita”.

Stephen Maar pensava di arrivare fino a qui quando studiava alla McMaster University?

“Non pensavo di avere fino a qui. Ho tanta gratitudine per tutti coloro che mi hanno permesso di fare un percorso, la mia strada. Ho studiato, ho aperto la mente a tutto ciò che mi è stato insegnato e ritrovarmi oggi a questo punto mi rende davvero orgoglioso”.

Di Roberto Zucca