Di Redazione
I rappresentanti delle associazioni sportive e delle società sportive dilettantistiche ieri sono scesi in piazza, in Campidoglio a Roma, per protestare contro la chiusura prolungata delle palestre scolastiche. Lo sport di base sta vivendo con grande preoccupazione la fase della ripartenza, temendo di non poter più garantire – senza poter contare sugli spazi dove tradizionalmente si gioca a pallavolo – ai giovani un’importante contributo in termini didattici, sociali, sportivi e agonistici. Il precedente del comune di Fiumicino, che ha sottratto le palestre scolastiche dalla disponibilità pomeridiana, sta generando un meccanismo “a cascata” che mette a repentaglio l’attività di migliaia di tesserati, oltre che compromettere il lavoro degli operatori sportivi, tecnici e dirigenti, da anni impegnati sul territorio.
Come già annunciato, i Comitati FIPAV Roma e FIPAV Lazio, grazie anche all’impegno del presidente regionale Andrea Burlandi, hanno inviato una serie di lettere: al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, all’ufficio scolastico regionale del MIUR (per la competenza dei presidi), all’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), alla sindaca di Roma, Virginia Raggi e alla Città Metropolitana di Roma Capitale responsabile di tutte le palestre della provincia, esprimendo forti preoccupazioni e auspicando un pronto intervento delle istituzioni per ripristinare le condizioni di normalità nel rispetto delle concessioni e delle assegnazioni stipulate dalle società con gli enti locali. La Città Metropolitana ha già interessato presidi e club, facendo sapere che si consente la ripresa delle attività sportive da parte delle associazioni e dei concessionari che ne facciano espressamente richiesta. Ma è soltanto un piccolo passo in avanti, una goccia in un oceano di problematiche.
“Il problema è che ancora molti municipi non hanno dato indicazioni per rientrare nelle palestre – ha dichiarato il presidente della FIPAV Roma Claudio Martinelli, presente ieri pomeriggio in piazza – La situazione è drammatica. Qui c’è una totale assenza da parte dell’amministrazione capitolina, che vengano qui a rincuorare tutte queste persone che da anni si dedicano con passione ai nostri figli con le loro iniziative e le loro squadre. Io i miei dirigenti li chiamo i “presidenti eroi”: hanno aggregato migliaia di giovani, aiutandoli nella crescita e sostenendoli nel percorso della vita. Adesso le istituzioni non possono abbandonarli, questa insensibilità è inaccettabile. La scuola è del territorio, non dei presidi. Basta nascondersi dietro la legge dell’autonomia. Basta con questa indifferenza. Sapete come chiamo i miei dirigenti? I presidenti eroi. I problemi del welfare li stiamo risolvendo noi e abbiamo bisogno di certezze. L’impegno delle società di base porta i ragazzi a giocare le Olimpiadi della vita, a diventare cittadini migliori prima ancora che atleti. Adesso chiediamo di essere ascoltati”.
(Fonte: comunicato stampa)