Foto Ariete Oristano

Il grido d’allarme della Sardegna: “A queste condizioni rischiamo di sparire”

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Di Redazione

Anche in Sardegna ha suscitato parecchia preoccupazione nel mondo del volley la pubblicazione del protocollo Fipav per la ripresa degli allenamenti, con le sue norme molto restrittive e i molti adempimenti a carico delle società. La Nuova Sardegna ha raccolto i pareri delle società locali e il quadro non è confortante: “Chi si assumerà la responsabilità di misure simili? – si chiede Alessio Bittu, presidente del Garibaldi La MaddalenaIo a queste condizioni non farò riprendere alcuna attività, pur essendo in un comune dove non si registrano contagi. La stragrande maggioranza delle società morirà, o, come nel nostro caso, rinuncerà a disputare la Serie B. Non la vedo bene“.

Gli fa eco Laura Bozzo, presidente dell’Ariete Oristano (la società in cui è cresciuta Alessia Orro, n.d.r.): “Così non ce la sentiamo assolutamente di ripartire. Noi utilizziamo due palestre, quindi i costi andrebbero già raddoppiati, ma con oltre 200 atleti non ce lo possiamo permettere. Mi auguro che entro settembre le cose possano cambiare“. E anche Roberto Capra, presidente dell’Alfieri Cagliari, ha parole dure: “È un protocollo fatto per chi vive sulla luna, studiato per la A1, non per i nostri livelli. Possiamo solo protestare, ma presto tutti si renderanno conto che per la maggior parte del movimento è una situazione insostenibile“.

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