Continua la favola dell’Allianz Milano, ma ormai chiamare favola gli strepitosi Play Off Scudetto della squadra di patron Fusaro è davvero riduttivo! Milano sta dimostrando una grandissima capacità di stare in campo, sfrutta un servizio sempre potente, ma è soprattutto con il muro e con l’atteggiamento difensivo che sta costruendo, mattoncino dopo mattoncino, un piccolo capolavoro sportivo. Bene anche Piacenza che, sotto di due partite e sotto nel primo set, approfitta dei tanti errori di Trento e ribalta un match che sembrava su un binario ben delineato, portando la serie a Gara 4 e provando a riproporre la remuntada dei quarti di finale con Modena. Ma veniamo al dettaglio delle due partite nel nostro pagellone.
Civitanova-Milano. Partono forte i padroni di casa e fino al 21-19 sembrano avere in mano la partita, poi qualcosa si spezza e Milano impone la sua voglia e la sua forza di gruppo. De Cecco (voto 5,5) non riesce a trovare grosso feeling con i propri schiacciatori, in particolare Nikolov (voto 6) sbaglia sempre tanto e non riesce ad incidere al servizio come in altre occasioni. Zaytsev (voto 5,5) continua ad essere mostruoso in ricezione, ma in attacco stenta e al servizio è una fabbrica di errori. Qualcosa meglio la fa Yant (voto 6) ma in attacco rimane poco servito, mentre piace l’ingresso di Gabi Garcia (voto 6,5) dopo alcuni mesi da desaparecido. Al centro continua il buon momento di Chinenyeze (voto 6,5), ma restano gli enormi problemi a muro, palesati anche da un Anzani (voto 5) rimasto ai margini del match. Bene infine Balaso (voto 6,5) che torna a dare sicurezza a tutta la seconda linea marchigiana.
Milano attacca meglio grazie ad un Porro (voto 8) sempre più spina nel fianco per il muro marchigiano, che non riesce mai ad interpretarne le intenzioni. Patry (voto 8) viaggia (finalmente) abbondantemente sopra il 50% di attacco e dà un grosso contributo anche al servizio, Ishikawa (voto 7,5) è infermabile in prima linea anche se paga qualcosa in ricezione. Fatica di più Mergarejo (voto 5,5) molto discontinuo in attacco e molto falloso. Chi è in forma strepitosa è l’argentino Loser (voto 8,5), perfetto interprete del ruolo di centrale in tutti i fondamentali; manca il guizzo di Piano (voto 5), ma dopo gli straordinari di gara due ci può stare. Ancora una volta su alti livelli la prova di Pesaresi (voto 7), spesso criticato in stagione ma davvero determinante in questi Play Off.
Trento-Piacenza. Spreca il primo match point Trento dopo aver dominato il primo set, un po’ come le successe nei quarti di finale di Champions League con lo Zaksa. Nonostante una buona ricezione e una battuta che nel primo set spinge tanto, sono ben 12 i muri subiti che spengono, almeno per il momento, i sogni di finale. Sbertoli (voto 5) non riesce a raddrizzare la baracca quando sbanda paurosamente a fine primo set, e con lui anche Lavia (voto 5), che sorprende in negativo in ricezione e subendo 4 murate. Meglio Michieletto (voto 6,5) soprattutto in ricezione, mentre manca il solito apporto concreto di Kaziyski (voto 6), che pure è top scorer dei suoi. Al centro, come al solito, meglio Podrascanin (voto 5,5) a muro e Lisinac (voto 5,5) in attacco, ma se Trento vuole sognare in grande ha bisogno di ben altri numeri dai suoi centraloni. Bene invece Laurenzano (voto 7) e anche Dzavoronok (voto 6,5), che sfrutta bene l’occasione concessagli da Lorenzetti.
Piacenza ancora una volta sembra sprofondare agli inferi, ma appena Trento rallenta spinge a fondo e vince in volata grazie ad un Lucarelli (voto 9) semplicemente perfetto a muro. Il brasiliano è ben supportato da un Leal (voto 8) come sempre in difficoltà in seconda linea, ma molto più concreto in prima. Tiene bene il campo anche Romanò (voto 7), che nelle ultime partite sembra aver ritrovato feeling con Brizard (voto 7). Il francese, con una ricezione ballerina, fatica ad innescare con continuità i suoi centrali, che rimangono un po’ isolati, con Simon (voto 6,5) più servito di Caneschi (voto 6). Bene infine gli ingressi di Recine (voto 7) in seconda linea, bravo a supportare uno Scanferla (voto 6) non sempre preciso.
di Paolo Cozzi