Un’Itas Trentino bella, lucida e spietata conquista lo Scudetto senza lasciare chance a Civitanova, che nelle ultime due gare torna a sbandare paurosamente in ricezione e a perdere di conseguenza continuità in attacco. Ma più che sottolineare i demeriti della Lube, credo sia giusto dare merito a Trento di aver giocato una gara perfetta in ricezione e attenta a muro, dove Podrascanin e compagni hanno tolto tante sicurezze agli attaccanti avversari. E così nel nostro pagellone ho scelto di dare spazio ai neo-campioni d’Italia.
Questa è la vittoria di Kaziyski, che si presentò a Trento nel 2007 portando la squadra al suo primo tricolore, e adesso a distanza di 16 anni guida ancora i suoi alla conquista di uno scudetto voluto e cercato con il cuore per chiudere nel migliore dei modi la sua storia con i colori gialloblù. È la vittoria di Riccardo Sbertoli, giunto in terra trentina tra lo scetticismo di molti e riuscito nel difficile compito di entrare nel cuore dei tifosi dopo il pupillo di casa Giannelli, e che già con la vittoria in Supercoppa 2021 ha fatto capire di che pasta è fatto.
È la vittoria di Michieletto, che risplende in mezzo al campo come un diamante ormai non più grezzo, ma brillante e di valore assoluto; è infine la vittoria di Angelo Lorenzetti che, a dispetto di un cda che lo ha appiedato già a gennaio, ha continuato a lavorare in palestra con tenacia, passione, plasmando i suoi atleti e spingendoli all’ultimo step di crescita per salire sul gradino più alto.
Ed ecco le pagelle dell’Itas Trentino:
Kaziyski voto 9 – Highlander. Stagione straordinaria quella di Matej, che a 38 anni più di una volta è stato il trascinatore dei suoi. Manca il 10 perché la sconfitta in Champions è ancora una ferita aperta, ma vedere il campione bulgaro sparare ace con facilità disarmante e difendere con la grinta di un ragazzino è davvero una gioia per gli occhi. Si regala l’addio più bello da Trento, un addio che però lascia un legame inossidabile con la città dove comunque ha scelto di vivere.
Michieletto voto 9,5 – Capitan Futuro. Finali in crescendo per l’Alessandro nazionale, ormai sempre più leader nel sestetto trentino. In Gara 5 parte male, malissimo in attacco, ma ha la forza di non mollare, di aggrapparsi ad una ricezione solida come non mai e dal secondo set è semplicemente devastante a muro e in attacco. Ora però fatelo riposare, ha bisogno di staccare la testa e ricaricare le batterie!
Lavia voto 8 – Eroe dei due mondi. Dopo una estate incredibile, in cui è il condottiero che porta l’Italia sul tetto del mondo, vive una stagione complicata nel club, condita da molti alti ma anche con alcuni bassi… troppo bassi per un fuoriclasse della sua caratura. Però il primo set di Gara 5 è di quelli che stendono anche l’avversario più ostico e merita il plauso di tutto il mondo pallavolistico. Lui più di tutti paga mentalmente e fisicamente le fatiche degli ultimi due anni; mandatelo in vacanza, che l’anno prossimo deve provare a riportare la Champions a Trento!
Sbertoli voto 9 – Veni Vidi Vici. Grandissima prova del palleggiatore milanese che si prende anche il lusso di mettere giù il pallone che apre le porte del paradiso. Ottimo nel gestire le sue bocche da fuoco, con palla dentro i tre metri fa viaggiare i suoi a velocità ipersonica, alternando primo tempo e pipe con palle in banda ben calibrate. Tignoso in difesa e al servizio, paga qualcosa di troppo a muro, ma si propone come uno dei migliori palleggiatori al mondo. Basterà a cambiare le gerarchie in nazionale?
Podrascanin voto 8 – Benjamin Button. Ancora una volta il centralone serbo alza la linea di difesa trentina con un muro che fa ombra e stoppa spesso le velleità in attacco trentine. Ottimo in attacco, permette a Sbertoli di alternare i primi tempi alla pipe, palla chiave di Trento. Anche al servizio trova continuità ed è spesso uno dei più continui. Non è un caso se quest’anno ha vinto finalmente la classifica dei muri: ormai è come il buon vino, invecchiando migliora, e diventa pure italiano!
Lisinac voto 7 – Paperino. Doveva essere uno dei crack delle finali, il centrale capace di 15 punti a partita, invece la schiena lo molla sul più bello, spezzando i suoi sogni di protagonismo ma regalandogli comunque uno scudetto con cui salutare a testa alta Trento. Il campionato perderà un grande campione e uno dei migliori interpreti del ruolo di centrale moderno.
D’Heer voto 7 – Carpe diem. Si trova di botto protagonista delle Finals, e anziché tremare il giovane belga da dimostrazione di saper reggere il campo, trovando anche fiammate importanti soprattutto in battuta e in attacco.
Laurenzano voto 8,5 – Beata gioventù. Al suo secondo anno in Superlega e a soli 20 anni Gabriele blinda la seconda linea di Trento e chiude Gara 5 con un mostruoso 62% di ricezioni perfette. A settembre per molti sembrava una scelta azzardata, ma sotto le sapienti mani di Lorenzetti è esploso in tutte le sue potenzialità diventando una bellissima realtà.
Dzavoronok voto 6,5 – Meglio tardi che mai. Dopo una stagione avara di presenze e ricca di occasioni spesso non sfruttate, il ceco riesce finalmente a riversare in campo tutta la sua rabbia agonistica meritandosi un po’ di minutaggio in più e risultando determinante in Gara 3.
Lorenzetti voto 10. Ennesimo capolavoro del tecnico marchigiano che riesce a vincere facendo giocare bene la sua squadra e facendo crescere i suoi giovani. È vero, la sconfitta con lo Zaksa e soprattutto il secondo set della gara di ritorno sono ferite che fanno ancora male, ma il tecnico fanese con questo successo strameritato spegne anche le voci dei soliti polemici, che lo volevano “bello ma non vincente”. E la sua figura di gran lavoratore, persona dai gran valori e dalla grande umiltà, esce ancora una volta ingigantita da questa stagione.
di Paolo Cozzi